Amazing Spidermancon Marco Checchetto

Amazing Spidermancon Marco Checchetto

Trentaquattro anni, veneto, Marco Checchetto è uno dei pochi disegnatori italiani che può affermare d’aver realizzato un sogno d’infanzia. Un sogno coltivato sulle pagine dei quaderni di scuola riempiti dalle ragnatele di Spider Man e infine divenuto realtà sugli albi della Marvel sugli scaffali delle fumetterie di mezzo mondo. Per farla breve Checchetto voleva disegnare l’Uomo Ragno e ci è riuscito.

Le sue tavole sono in mostra alla fumetteria cittadina Comixrevolution in galleria Fanzago e il 6 marzo sarà in negozio con Max Brighel per presentare il suo Amazing Spiderman.

Come si arriva ai cancelli della Marvel? “Disegnare l’Uomo Ragno e lavorare per la Marvel è un obiettivo che mi ponevo da quando avevo sette anni. Tanto che da piccolo non ho iniziato a leggere fumetti partendo da Topolino, ma subito dagli eroi Marvel e l’Uomo ragno era il mio preferito”.

Cosa occorre per riuscire? “Dedizione, costanza e passione: bisogna disegnare tutti i giorni e naturalmente servono bravura e la capacità di cogliere la giusta occasione. Nel mio caso ho saputo che si parlava di una serie italiana dell’Uomo Ragno e ho fatto vedere una mia tavola a Marco Lupoi di Marvel Italia. Il lavoro è piaciuto e anche se il progetto non ha ingranato subito ho iniziato disegnando Deadpool prima di passare all’Uomo Ragno”.

Quale è stato il tuo percorso formativo? “Vediamo, ho fatto il liceo scientifico dove disegnavo molto durante le ore di matematica. Scherzo! Ho fatto un anno di scuola di fumetto a Verona e contemporaneamente frequentavo il Dams a Bologna. Un periodo massacrante, in pratica vivevo in treno. Da lì ho cominciato lavorando per piccoli editori e poi passando al Giornalino. Ma va detto che oggi è più facile arrivare alle porte della Marvel: ci sono manifestazioni, come Mantova comics, che permettono di avvicinare editor di Usa e Francia. In teoria anche un giovane esordiente può presentarsi con i propri lavori e giocare le sue carte”.

Cosa propone la mostra? “Sono tavole dei miei lavori in Marvel: Squadron Supreme, Amazing Spiderman e Devil. Anzi per Devil si tratta di un’anteprima perché la storia è uscita negli Usa in questi giorni e arriverà in Italia soltanto l’anno prossimo”.

In Marvel hai cominciato con Squadron Supreme? “Sì, Supreme non è tra le serie Marvel più note e penso che su queste storie mi abbiano un po’ testato. All’inizio facevo piccoli episodi di otto pagine che finivano in varie serie. Dopo i primi quattro numeri di Squadron sono stato spostato sull’Uomo Ragno che ho disegnato fino a ottobre dell’anno scorso e poi su Devil”.

Come ti sei avvicinato a questi personaggi? Mi sembra di cogliere un approccio diverso e una tecnica in evoluzione. “Sì c’è stata un’evoluzione dovuta sia alle impostazioni dei personaggi e delle storie sia all’acquisizione di un nuovo metodo. Squadron è stato il mio primo grosso lavoro per la Marvel e mi sono dovuto allineare ai loro ritmi di produzione che sono molto elevati. Un lavoro pesante anche perché io, diversamente da molti autori americani, inchiostro da solo la mia tavola”.

E per Amazing Spiderman? “L’Uomo Ragno è stata una grande emozione: quando ho tracciato la prima linea su carta ho sentito un brivido. È stato un sogno americano che si è avverato… in Italia. Sin da quando ero bambino disegnavo Spiderman. Ma i tempi stretti per la consegna delle tavole mi hanno lasciato poco per pensarci”.

A Devil come sei arrivato? “Quando mi hanno scelto per disegnare Devil ho avuto dei dubbi, non pensavo che fosse un personaggio adatto a me. Ho cercato di rendere il segno più scuro, dare un atmosfera dark. L’impatto è stato buono, sembra che ai lettori piaccia. Trovo che questo stile più “nero” sia efficace. Forse tornando all’Uomo Ragno proverei a utilizzarlo visto che mi ci ritrovo di più”.

E per il futuro? “Devo dire che di tempo me ne resta ben poco. Ma vorrei proprio tirare fuori dal cassetto Life Zero Chronicles. Una storia di zombie, neve e militari ambientata in Europa che ho imbastito insieme a Stefano Vietti”.