Monza, Vignando e l’autodromo «Dev’essere fabbrica di emozioni»

«Monza oggi deve guardare innanzitutto a valorizzare se stessa, a rendersi appetibile ai visitatori» Parola di Gigi Vignando, voce storica del mondo del motorsport . Che ha una ricetta per il rilancio di Monza e del suo autodromo. E la racconta al Cittadino.
Luigi Vignando
Luigi Vignando

Si parla di rilancio, in questi giorni. Perché è un’aspirazione, ma ancor prima una necessità. Correre incontro al futuro senza aspettarlo, cercando di valorizzare quel che troppo a lungo si è dato per scontato. Monza pensa al domani guardando a ieri, provando a metterlo in campo oggi.

Ivan Capelli, il neo presidente di Acm, lo ha detto chiaramente sin dall’inizio: uno dei primi aspetti che Monza dovrà affrontare è quello della comunicazione. E non è un caso che la lista Sport e rinnovamento abbia colto nel segno, alle elezioni per il rinnovo dell’Automobil club Milano, destinando energie e impegno proprio all’aspetto informativo.

“Monza oggi deve guardare innanzitutto a valorizzare se stessa, a rendersi appetibile ai visitatori”, spiega Gigi Vignando, voce storica del mondo del motorsport e persona chiave proprio nella comunicazione della lista 1, quella di Capelli, al voto per il rinnovo di Corso Venezia. “L’autodromo ha a disposizione un archivio senza pari al mondo, con immagini fotografiche, video e notizie cartacee che deve essere sfruttato. Ma occorre mettere mano innanzitutto a settori che oggi disperdono le proprie energie, tra l’invio di comunicati stampa, la gestione del sito internet e la produzione di immagini video. Ecco, serve coordinare questi aspetti, imparando a raccontarsi. Monza ha le carte in regola per emozionare e deve essere una fabbrica di emozioni”.

La ricetta di Vignando è semplice: “Serve ristabilire un contatto diretto con i grandi netowork, con giornali nazionali e tv. Si possono editare libri sulla storia dell’impianto, delle sue gare, a marchio Monza. Dobbiamo essere presenti ora, raccontando la nostra storia. Consapevoli che tutto ciò può anche essere fonte di guadagno. Certo, anche sviluppando join venture con circuiti come Indianapolis, con cui esiste un legame profondo e datato. Non dimentichiamo che Monza è stato l’unico circuito al mondo che ha cercato di unire due modi diversi di fare automobilismo, quello americano e quello europeo, proprio con la costruzione dell’anello dell’alta velocità. Per questo”, conclude Vignando, “sarebbe anche bello realizzare un passaggio nel paddock che faccia sentire lo spettatore davvero dentro alla storia. Servono servizi, sviluppo di marketing attraverso gadget. Ed è necessario invogliare l’appassionato a spendere tempo e non solo all’interno dell’impianto, attirandolo anche con ingressi gratuiti”.