Monza in serie A, l’orgoglio della curva Pieri. Marchetti: “Questa squadra non puoi non amarla”

Monza in Serie A festa bus e stadio
Monza in Serie A festa bus e stadio Fabrizio Radaelli

Andare in trasferta in tutta Italia, arrivare al momento decisivo e spesso cedere il passo, festeggiare anche dopo una sconfitta, non è da tutti, ma è sicuramente da curva sud Davide Pieri-Modoetia Magni. “Ti amo anche se vinci”, prendiamo questa frase in prestito da Siviglia e la proponiamo a Fausto Marchetti, leader degli ultras. «Non siamo abituati a vincere, anzi, siamo abituati a soffrire. Il Pisa sul 2-0 l’ha data per vinta, noi invece sapevamo che la sofferenza era nel nostro destino. Mi sono girato verso la curva, ho visto le facce della nostra gente, continuavano a crederci tutti, hanno anche alzato il volume. Per la nostra storia non potevamo vincerla facile, per la nostra storia doveva finire così. È stata una stagione tragifantastica dall’inizio alla fine. Questa squadra non puoi non amarla, perché nei momenti di vera difficoltà ha sempre tirato fuori il meglio. E questo è il Monza, questa è Monza. Quando hai fede, poi con i suoi tempi, con la sua misura, la ricompensa arriva. La fede, e non voglio scomodare la religione, parlo di fede sportiva, non è matematica: il momento che desideri arriva quando vuole lui. Io dico che quindici anni fa dovevamo perdere a Pisa per avere un debito con la storia e vincere oggi. È per questo che la gioia è esplosa in modo così fantastico».

Monza in serie A, Marchetti: “Questa è Paradiso città”

Anche per come è arrivata: «Il gol a freddo è stata una doccia gelata, il secondo ci ha delusi ma non spaventati, il terzo ci ha spezzato la gioia a pochi metri dal traguardo, siamo stati in Serie A per dieci minuti, ma paradossalmente ha tagliato le gambe al Pisa, che ha esultato troppo. Stroppa è stato bravissimo, ha gestito la strategia continuando a crederci fino in fondo e nei tempi supplementari non c’è stata storia. Ecco vedere l’Arena Garibaldi ammutolita quando fino ad un minuto prima c’era il delirio è stato un momento indescrivibilmente storico dal punto di vista dell’orgoglio della tifoseria». E ora? «Ora non cambia nulla, dobbiamo continuare a rimanere una provinciale sognatrice . Siamo una provinciale che vuole diventare grande, senza dimenticarsi dell’importanza della nostra proprietà, ma dobbiamo continuare ad essere affamati sognatori». Anche la colonna sonora dell’impresa è in evoluzione. La canzone è sempre la stessa, ma la strofa di riferimento è cambiata. «Nelle ultime settimane sulle sciarpe abbiamo iniziato a scrivere “Destinazione Paradiso”, con le A belle in grande, adesso siamo passati a quella dopo, “Paradiso Città”. Perché la A è nostra».