Lesmo: Zapelloni racconta l’autodromo di Monza tra trionfi, tragedie, amicizie e passioni dei piloti

Una serata in Comune a Lesmo a raccontare le storie del circuito di Monza col giornalista Zapelloni.

Quante storie di passione, amicizia e di tragedie i sono vissute all’autodromo di Monza in oltre cento anni. A raccontarlo è stato il noto giornalista e scrittore Umberto Zapelloni martedì sera 27 agosto in Comune a Lesmo insieme a Milano Historic Cars Club & Youngtimer .
Stiamo parlando di una pista unica nel suo genere perché realizzata all’interno di un parco tra i più grandi d’Europa – ha detto il giornalista esperto di Formula 1 – costruito nel lontano 1922 in 110 giorni, un dato incredibile se si pensa che solo per asfaltare il tracciato e i sottopassi ora ci hanno impiegato circa 6 mesi e questo come ha spiegato Stefano Domenicali è un primo passo in avanti per mantenere il Gp a Monza”.

Lesmo: Zapelloni racconta Ascari e Von Trips e Rindt

La vita di questo circuito, che rende nota Lesmo con le sue due curve, si intreccia anche con tanti piloti che hanno vinto o che hanno purtroppo perso tragicamente la vita su quelle curve. “Gli esempi sono diversi basti pensare a Wolfgang Von Trips nel ’61 morto nel’61, Jochen Rindt nelle qualifiche del ’70 che riuscì a vincere il mondiale postumo,oppure il caso più noto resta la scomparsa di Alberto Ascari nel ’55 mentre faceva delle prove private e a distanza di tanto tempo non si è mai capita l’esatta dinamica dell’incidente” ha proseguito Zapelloni.
Poi però ci sono anche i trionfi dei piloti come nel 2000, quando Michael Schumacher vince il Gp d’Italia, dopo un cocente sorpasso a Spa nella gara precedente da parte di Mika Hakkinen.

Lesmo: Zapelloni racconta Schumacher, Lauda e Leclerc

Mi ricordo Michael in conferenza stampa scoppiare a piangere per la gioia di quella vittoria – ha chiosato Zapelloni – ed è stato anche l’anno in cui un commissario di pista era stato colpito da un pneumatico ed era morto”. Il Gp Monza ricorda anche quella magnifica doppietta Ferrari del 1988 con Gherard Bergher e Michele Arboreto a poche settimane dalla scomparsa di Enzo Ferrari. Un altro fatto interessante riguarda Niki Lauda che torna in pista proprio a Monza nel ’76 a 40 giorni dall’incidente del Nurburgring per non parlare dei duelli tra Ayrton Senna e Alain Prost – ha aggiunto Zapelloni -. Probabilmente quello che colpisce di più invece è la gara del’56 con Manuel Fangio sulla Ferrari che si rompe e per vincere il suo quarto mondiale si fa prestare l’auto da Peter Collins un pilota britannico e gentiluomo, che purtroppo perse la vita l’anno successivo. Tutto ciò lascia quel senso di amicizia che legava e lega gli automobilisti di Formula 1 anche quando ci si gioca un titolo”.
Non è mancato poi un accenno a Tazio Nuvolari icona del motor sport negli anni 30 e anche parole per Charles Leclerc che è stato l’ultimo ferrarista a vincere a Monza nel 2019. Charles è sicuramente un ragazzo simpatico e con talento, ma questo a volte non basta serve anche un manager che creda in te come Nicolas Todt figlio di Jean – ha spiegato lo scrittore –. Sono anche curioso di vedere la reazione di domenica quando correrà Lewis Hamilton futuro pilota Ferrari, segno di come il Cavallino a sempre fascino per chi corre in Formula 1”.