Calcio: fiori d’arancio per il portiere Alberto Paleari

Il portiere di Seregno Alberto Paleari ha coronato il suo sogno d’amore sposando a Imbersago la sua compagna Sara Orlandi.
Seregno Paleari Alberto e Orlandi Sara
Seregno Paleari Alberto e Orlandi Sara

Il portiere di Seregno Alberto Paleari, prima di iniziare gli allenamenti e tornare al lavoro in vista dell’imminente stagione agonistica, ha coronato il suo sogno d’amore sposando a Imbersago la sua compagna Sara Orlandi. Una bella storia quella dei neo sposini che hanno scelto di compiere un passo importante dopo essersi conosciuti e frequentati a Genova, città nella quale Alberto si era trasferito dopo essere stato ingaggiato dal Genoa e dove il 21 giugno 2021 è nata la loro figlia Zoe.

Per Alberto e Sara è stata una giornata indimenticabile trascorsa con i parenti e tanti amici.

Calcio: fiori d’arancio per il portiere Alberto Paleari, la carriera

Alberto Paleari, nato il 29 agosto 1992 e con la famiglia ancora in città, cresce calcisticamente nel Seregno FBC 1913. Quindi passa all’Aldini Bariviera e continua nel settore giovanile del Milan dove milita per tre anni. Nell’ultima annata viene convocato da mister Massimiliano Allegri come terzo portiere alle spalle di Abbiati e Amelia. In quell’anno il Milan vince lo scudetto e anche Alberto e compare nel palmares.

Durante la sua carriera ha giocato con le maglie di Ponte San Pietro-Isola, Tritium, Virtus Verona e Giana Erminio.

Nell’estate 2016 lo ingaggia il Cittadella che lo fa esordire in Serie B; nella stagione 2018-2019 viene nominato miglior portiere della Serie B da giornalisti e allenatori.

Il 4 ottobre 2020 passa al Genoa che il 17 luglio 2021 lo  cede in prestito al Benevento. Con i sanniti, Paleari diventa nuovamente titolare e dopo un anno viene riscattato. A Benevento il 2 marzo 2024 raggiunge le 100 presenze ufficiali.

Calcio: fiori d’arancio per il portiere Alberto Paleari, gli studi

Alberto Paleari ha frequentato il liceo scientifico tecnologico a Carate Brianza e l’ultimo anno a Busto Arsizio.

«Ero col Milan, allenamenti a Milanello: non avevo la patente, mi muovevo in treno, non ce l’avrei fatta altrimenti a star dietro alla scuola – ricorda – Già prima comunque non è stato facile, per anni sono andato avanti col pullmino che mi veniva a prendere all’una, un panino e via; alle otto di sera tornavo a casa. Ultimato il liceo mi sono iscritto a scienze motorie, e dopo il triennale mi sono laureato con la tesi “Il calciatore di serie B: analisi e modelli di consumo” approntata tramite un questionario che ho sottoposto a 288 giocatori di serie B in cui chiedevo di indicare, in sintesi, quali fossero i loro desideri e le aspirazioni».