Vimercatese, lavoratori mobilitatiOggi presidio davanti al Pirellone

Vimercatese, lavoratori mobilitatiOggi presidio davanti al Pirellone

Vimercate – Erano oltre quattrocento i metalmeccanici che questa mattina si sono mossi dal Vimercatese per riunirsi in presidio, per due ore, davanti alla sede milanese di Regione Lombardia e denunciare con forza la crisi che ancora attanaglia il settore. «La fotografia di quest’oggi –ha detto Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza, in chiusura della manifestazione- dimostra con evidenza che la crisi non è passata, che in Brianza la situazione è ancora molto difficile e che va affrontata con attenzione. Le istituzioni e la politica devono fare di più di quanto fatto sinora, e smettere di occuparsi di baggianate».

Se va dato atto al Pirellone dell’accordo siglato con le organizzazioni sindacali sulla cassa integrazione in deroga, con uno stanziamento che permette di tutelare tutti quei lavoratori che altrimenti non avrebbero cuscinetti sociali, «è però vero che gli ammortizzatori sociali da soli non possono bastare –ha aggiunto Redaelli- Ci vuole un sistema-Paese vero, una politica industriale solida, che non si fermi alla sola limitazione del danno». A formare la gran parte dei manifestanti erano i lavoratori di Bames-Sem, circa duecento, ancora in attesa che la Regione convochi il tavolo istituzionale per tornare a discutere della mancata reindustrializzazione del sito ex Celestica di Vimercate.

Nel comunicato di proclamazione dello sciopero di quattro ore per Bames-Sem, sindacati e rsu chiedevano «il rispetto e l’applicazione degli accordi sottoscritti; l’avvio di un serio e credibile piano di re-industrializzazione del sito produttivo di Vimercate che salvaguardi le unità produttive e i livelli occupazionali; la convocazione del tavolo istituzionale da parte della Regione». A partire da questo nucleo di protesta, l’iniziativa si è subito allargata a comprendere l’intero ambito di crisi del settore metalmeccanico.

A Milano erano presenti le delegazioni di altre aziende del territorio in difficoltà, come la Yamaha di Lesmo, colpita nei giorni scorsi dall’apertura della mobilità per 66 lavoratori e dall’annuncio della chiusura del reparto produttivo di Lesmo, la Candy di Brugherio, la Carrier di Villasanta. «L’iniziativa è sicuramente ben riuscita, le problematiche da affrontare sono ancora tutte aperte –ha aggiunto Redaelli- Per Bames Sem auspichiamo che la Regione sblocchi l’immobilismo nel quale pare precipitata e convochi il tavolo istituzionale, per affrontare davvero la partita».

Per Yamaha, che oggi ha manifestato al Pirellone con una cinquantina di presenze, il primo margine da guadagnare è il confronto con la multinazionale: “Sì, perché a tutt’oggi Yamaha non ha dato spazio ad alcun dialogo –ha riassunto Redaelli- La multinazionale si è limitata ad annunciare la procedura di licenziamento collettivo per 66 persone. Abbiamo ribadito che serve uno sforzo congiunto per ricorrere a strumenti come la cassa integrazione straordinaria per la tutela dei lavoratori e per gestire con più tempo e maggiore serenità la decisione di chiudere la produzione a Lesmo. Altrimenti, a inizio gennaio questi lavoratori saranno licenziati. La situazione è già molto tesa, per ora riusciamo a governarla ma va gestita con attenzione”.
Anna Prada