Vimercate, rapina al bocciodromoAggredito a martellate il gestore

Basket, Under 19 Aurora Desiosi laureano campioni regionali

Vimercate – Un trauma cranico serio, tagli profondi sulla nuca, contusioni alla spalla, alla schiena e alla mandibola. È così che una coppia di rapinatori ha ridotto Alessandro Prata, 27 anni, gestore da sei mesi della bocciofila comunale di via Degli Atleti, mentre il ragazzo usciva dalla serata di lavoro al bar con l’incasso della sloth machine tra le mani: circa 2mila euro. È successo intorno a mezzanotte e mezza di martedì. I balordi hanno aspettato l’ora di chiusura e si sono appostati dietro all’ingresso secondario che si affaccia su un corridoio verde, buio e nascosto alla vista della Sp2 dalla siepe. Alessandro ha appena fatto in tempo ad aprire la porta e a voltarsi verso l’interno per inserire l’allarme. Il colpo è arrivato violento sulla nuca, e poi altri alla testa, alla spalla, alla schiena.

“Non ho avuto nemmeno il tempo di vederli –ha detto la vittima- di capire cosa stava succedendo e di notare che arma stessero usando. Sulla spalla però ho un segno quadrato, sono convinto che si trattasse di un martello”. Scagliato sul capo del ragazzo con il rischio di ucciderlo, mentre il sangue schizzava ovunque. Alessandro ha cercato di reggersi in piedi, appoggiandosi a un lavandino che si trova mezzo metro fuori dalla porta, ma i due malviventi lo hanno afferrato e lo hanno gettato per terra, continuando a colpirlo e a prenderlo a calci. Sembra si siano fermati solo grazie all’intervento di una guardia giurata fuori servizio, un amico di Alessandro che spesso passa dal bar per un saluto. L’uomo è arrivato al cancello e ha chiamato ad alta voce l’amico. Allora la coppia è scappata in direzione della piscina.

La guardia giurata ha caricato il 27enne in auto e lo ha portato all’ospedale. Qui gli hanno dato diversi punti di sutura al capo, gli hanno fatto una Tac e lo hanno dimesso con la raccomandazione di non dormire per 36 ore almeno. Un calvario che ha condiviso con la madre, gli altri familiari e la fidanzata. I fatti sono stati denunciati ai carabinieri di Vimercate che ora si occupano delle indagini.  Gli elementi a disposizione però sono pochi e lo stesso Alessandro spiega: “Non li ho visti in faccia, non so dire nemmeno se fossero italiani o stranieri. Se anche avessero parlato, così stordito com’ero, non avrei capito nulla. è stato tutto talmente improvviso che non posso neanche dire di essermi spaventato”.

“Il giubbino che indossava mio figlio quella sera era completamente inzuppato di sangue. E ce n’era anche sulla porta e sul pavimento. La guardia giurata che l’ha soccorso mi ha detto che Alessandro ha cercato di pulirlo, temendo che il giorno dopo, vedendolo, mi venisse un colpo”. La mamma della vittima, Maria Teresa, nei giorni successivi raccontava tutto mentre lavorava al bancone del bar, sbagliando i resti e facendo tintinnare i bicchieri dall’agitazione. “Mi chiedo come possano succedere queste cose -dice- forse erano drogati. Abbiamo pensato anche alla volontà di punire qualche fantomatico sgarbo, ma non ne veniamo a capo: mio figlio è una persona amabile, non ha nemici”. La paura non passa e ora la madre della vittima confessa che, da quella sera, guarda con sospetto qualunque cliente, chiedendosi se non sia stato lui a compiere la rapina e “se il colpevole non sia proprio una delle tante persone cui sorridiamo di giorno servendo il caffè”.

Per la famiglia è stato uno shock e l’intenzione è quella di non lasciare cadere l’argomento. Stefano Prata, fratello di Alessandro, lo ha detto chiaramente: “E’ un peccato che debbano capitare fatti così gravi per gettare luce su problemi evidenziati già da tempo. Ora però ci aspettiamo che qualcuno faccia qualcosa. La struttura è comunale e il sindaco ha il dovere di tutelare la sicurezza sia dei clienti che dei gestori. Servono misure di sicurezza come illuminazione nel corridoio esterno, dove è avvenuta l’aggressione, e telecamere”.
Valeria Pinoia