Vimercate: la Nazionale in 3D?Spettacolare, vicina, amarissima

Vimercate: la Nazionale in 3D?Spettacolare, vicina, amarissima

Vimercate – In tre dimensioni e su uno schermo gigante, la sconfitta dell’Italia più vicina e più dura. Giovedì pomeriggio, dal buio della sala 15 di “The Space Cinema”, alle “Torri Bianche” di Vimercate, alla penombra di Ellis Park, Johannesburg. Distanze accorciate da un paio di occhiali 3d. L’ovattata atmosfera del cinema avvolge l’inizio gara: commenti bisbigliati, qualche imprecazione tra i denti, applausi tiepidi. È al venticinquesimo, con il gol di Vittek, che l’incessante sottofondo di vuvuzelas (che esperienza, in dolby surround) comincia a essere interrotto dal pubblico.

È la prima volta del calcio nazionale sul grande schermo – all’Inter, nella finale di Coppa Italia, era andata meglio – un centinaio di persone assistono allo scontro con la Slovacchia, valido per la qualificazione agli ottavi del Mondiale del Sudafrica. Un bambino con papà, un secchiello di pop corn a portata di mano. «È bellissimo – dice con entusiasmo – più bello che sulla tele piatta. Peccato che l’Italia faccia pena» taglia corto alla fine del primo tempo, quando gli Azzurri perdono una rete a zero.

Prima volta che si tifa al cinema? «No, avevo assistito alla partita del Brasile – risponde il padre – ma quella era un’altra cosa». Due giovani, giacca e cravatta, dall’ufficio, direttamente alle poltrone delle Torri Bianche; telefonate di lavoro rimandate all’intervallo. «Sembra di stare in mezzo al campo – ci racconta uno di loro – peccato per l’Italia. Comunque è un’esperienza di certo positiva, anche le inquadrature sono splendide».

La ripresa è decisamente più vivace: commenti e discussioni da bar, giudizi tecnici e sulla scelta dei giocatori, qualche parolaccia all’arbitro. Applausi per Pirlo e fischi a Di Natale. Finchè il suo gol non fa balzare tutti in piedi, al trentaseiesimo del secondo tempo. Del silenzioso riserbo dei primi minuti il pubblico di The Space si dimentica negli ultimi venti: tifo gridato, da piazza, mentre qualcuno abbandona la sala sul due a zero, ma sono pochi (ingresso, 15 euro).

Il triplice fischio lascia poca voce e ancor meno voglia di commentare. Facce deluse, si resta seduti, incollati allo schermo, a osservare le teste basse, dell’Italia che torna a casa. Con le lacrime di Quagliarella e lo sguardo vuoto di capitan Cannavaro, in dimensioni colossal. Telefonate a chi l’ha vista da casa, o ascoltata per radio. «Il gol di Quagliarella? No, no, il fuorigioco non c’era, figurati, l’ho visto bene. E in tre dimensioni».
Letizia Rossi