Vimercate, compra un last minuteTrova l’hotel ancora in costruzione

Vimercate, compra un last minuteTrova l’hotel ancora in costruzione

Vimercate – «Partire per una vacanza da sogno e scoprire di essere finiti all’inferno». È racchiusa in questa frase lapidaria l’odissea vissuta da una vimercatese che ha acquistato in internet un pacchetto turistico per due settimane a Hurghada e che ha avuto talmente tanti disguidi da sentirsi a metà strada tra Ugo Fantozzi in vacanza e un volontario per un corso di sopravvivenza.

L’acquisto – «Ho comprato un last minute per i primi quindici giorni di agosto – racconta Francesca Casiraghi, che vive in via Bice Cremagnani – e non è la prima volta che faccio acquisti di voli aerei e viaggi organizzati online e finora non avevo mai avuto problemi. Sono una buona viaggiatrice senza puzza sotto al naso e quindi non mi sono preoccupata quando l’aereo è atterrato a Hurghada, in Egitto, alle 3 del mattino e nessun autobus è venuto a prenderci. Con me viaggiavano altri italiani, incluso un’amica anche lei ex arcorese e che ora abita a Venezia». «Essendo in tanti, abbiamo aspettato e dopo un paio d’ore il pullman è arrivato. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Dico solo che l’albergo era ancora in costruzione e che abbiamo scoperto poi che sarà inaugurato il prossimo 20 ottobre. Per cui abbiamo convissuto con impalcature, pavimenti mancanti, piastrelle inesistenti, zero acqua calda e, soprattutto, l’assenza di aria condizionata nelle camere da letto».

Beffe e disagi –
Ad agosto sulle coste desertiche del Mar Rosso le temperature di giorno sfiorano i 40-45 gradi, la notte fa più fresco ma il caldo torrido è comunque insopportabile. «E non solo: le stanze non avevano la serratura e gli operai egiziani entravano in qualunque momento senza neppure bussare. Ovviamente quando hanno capito che eravamo due ragazze sole in viaggio, le visite per fare lavori nel nostro bagno si sono moltiplicate, nonostante le nostre proteste alla direzione, le telefonate in Italia e la minaccia di chiamare la polizia».

A tavola – E il cibo? Chiara Casiraghi ride nuovamente: «Il problema è che Hurghada non è una città vera, è composta solo da villaggi turistici e non ha un reale centro storico dove cercare negozi, un ristorante o un altro albergo. Che dire: ci siamo accontentate e abbiamo perso quei tre chili che una è quasi contenta di aver mangiato solo zuppe di pesce senza pesce, riso bollito, carne scotta e ogni tanto il dolce quando i cuochi lo preparavano».

Rimborsi – Chiara ride mentre snocciola uno per uno i guai che le sono capitati, forse perché è passato qualche giorno e la tensione si è allentata: «È vero che il pacchetto turistico era a buon prezzo, però questo non giustifica il fatto che la discoteca fosse solo alle fondamenta e mancassero persino le pareti, mentre la piscina era piena di acqua torbida, senza alcuna manutenzione, dove galleggiavano dentro insetti di ogni dimensione». La giovane si è già rivolta al tour operator per richiedere un rimborso e attende una risposta a giorni: «Non smetterò di comprare viaggi via web però io e la mia amica l’anno prossimo andremo… in Trentino».
Arianna Pinton