Vimercate, Agnati in liquidazioneGli americani non comprano più

Vimercate – Scompare l’acquirente americano, l’Agnati si avvia al fallimento; 118 i posti di lavoro a rischio. Dopo la rottura della trattativa tra la proprietà e i sindacati, che fino a otto giorni fa registrava come imminente l’intesa per la cessione del sito di via Lecco alla statunitense Barry-Wehmiller, nell’incontro di giovedì in Confapi a Seregno l’azienda ha comunicato la prossima nomina del liquidatore e la cessazione dell’attività dello stabilimento.

Passo che suona come anticamera dell’intervento del tribunale, a meno della repentina e inattesa comparsa di un nuovo compratore. Sempre giovedì, allo scadere del tempo utile per l’espletamento della procedura di mobilità, le controparti hanno preso atto del mancato accordo sul futuro dei lavoratori; ora si attende che l’agenzia regionale del lavoro convochi la società e i sindacati per definire il possibile percorso, con la messa in campo di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione e la stessa mobilità.

Si è così arenato definitivamente il percorso di accordo che per un paio di settimane era parso complicato ma comunque attuabile, con la salvaguardia del sito produttivo e il mantenimento di una parte dell’organico, elementi che i sindacati hanno posto come irrinunciabili: “La responsabilità del mancato accordo, sia con Agnati sia con gli americani, è stata addossata ai sindacati e ai lavoratori. Un’accusa che rimandiamo al mittente, perché dall’andamento degli eventi appare evidente che la volontà di entrambi questi interlocutori non era poi così determinata al raggiungimento dell’intesa”, ha detto Antonio Castagnoli, Fiom Cgil.

“Intendiamo tentare sino all’ultimo la carta della cessione del sito, strada che potrebbe essere perseguita anche dallo stesso tribunale e che darebbe garanzia di continuità produttiva e occupazionale anche solo per una parte dei dipendenti –ha aggiunto Gabriele Fiore, Fim Cisl- Il marchio Agnati è ancora appetibile sul mercato mondiale, ancora oggi ci sono clienti che chiedono se è possibile commissionare lavoro all’azienda”.
Anna Prada