Venti antenne senza controlloCellulari a Monza, onde da paura

Venti antenne che non vengono controllate da anni. Altri ripetitori per la telefonia cellulare in arrivo. San Rocco non ci sta e chiede con urgenza che i tralicci vengano scrupolosamente monitorati. ne va della salute dei cittadini.
Venti antenne senza controlloCellulari a Monza, onde da paura

Monza – Insufficiente e lacunoso. Così il consiglio al completo della circoscrizione Tre ha definito la relazione del piano comunale della rete del servizio pubblico di telefonia mobile arrivato in aula in via D’Annunzio per la richiesta di parere. Un documento apparentemente corposo e ampio, ma che ha lasciato parecchi dubbi e suscitato non poche perplessità nella commissione coordinata da Luciano Camisasca che è stata chiamata a esprimere un parere.

Dalla relazione emerge la presenza, all’interno dei quartieri di San Rocco e Sant’Alessandro, di diciassette impianti di telefonia mobile, sia di tipo micro cellulare (quelli di nuova generazione) sia quelli più datati srb (stazione radio base). Non solo, sarebbero state già individuate altre quattro zone all’interno del territorio della Tre per l’installazione di nuovi impianti. Peccato che l’ultimo monitoraggio di questi impianti, d’obbligo per legge, risalga a cinque anni fa. Troppi, secondo il parere dei consiglieri di via D’Annunzio, per non chiedere maggiori informazioni sull’effettivo buon funzionamento delle antenne presenti.

A fare la parte del leone è la Wind che ha impianti collocati in via Borgazzi, nella galleria di San Rocco, in via Monte Pasubio e in via Monte Santo, a cui si aggiungono quelle della Vodafone (in via Marconi, Monte Pasubio e Val d’Ossola) e della Telecom (in via Monte Pasubio e Val d’Ossola). All’elenco fornito dall’amministrazione comunale manca però quella che si trova al numero 20 di via Montesanto, di cui non c’è alcuna traccia. E proprio in via Montesanto, ma al civico 42, è stata condotta l’ultima indagine da parte dei tecnici dell’Arpa, per verificare il corretto funzionamento degli impianti, e che risala al 2006. Dopo di allora più alcun controllo. «Il documento che ci è arrivato dal Comune non tutela i cittadini – ha spiegato il coordinatore Camisasca – non si parla di rete di monitoraggio, di informazioni sociourbanistiche. Questi sono elementi indispensabili e necessari che dovrebbero comporre il quadro conoscitivo di base per una seria relazione di un piano comunale ».

Un’opinione condivisa anche dai consiglieri di minoranza, d’accordo nell’accompagnare il parere negativo del consiglio con un documento che spiega tutte le perplessità emerse, che sarà redatto nei prossimi giorni. «Chiediamo che il Comune ci fornisca dei dati più precisi per quanto riguarda gli impianti di presenti nella circoscrizione Tre – ha aggiunto Antonio Nigro (FI) – e che garantisca un monitoraggio costante di quelli già esistenti». Sarah Valtolina