Vent’anni senza Kurt Cobain

Aprile 2014, vent’anni dalla morte di Kurt Cobain. Artista genio e tormentato, leader dei Nirvana. E “fottutamente triste”.
Kurt Cobain
Kurt Cobain

Non c’è come gli anniversari tondi per riempire di articoli i giornali. Ricostruzioni, nuove rivelazioni, complotti, conferme, smentite. Parole. Nell’aprile del 2014 tocca a Kurt Donald Cobain che vent’anni fa (il 5 aprile) decideva di iscriversi al “club dei 27”. Ovvero quella triste (e numerosa) compagnia di artisti che per circostanze diverse hanno lasciato la vita terrena a 27 anni: geni, artisti più o meno maledetti, sicuramente molto tormentati. Kurt Cobain nel ’94 diventa uno di loro con un colpo di fucile. Suicidio o omicidio? Perché? Chi lo sa perché.

Quello che c’era da sapere, quello che lui ha voluto che si sapesse oltre alle sue canzoni, l’aveva scritto in una lettera. In cui si diceva “fottutamente triste”. Nonostante tutto, nonostante “una moglie divina che trasuda ambizione e empatia” (Courtney Love) e “una figlia che mi ricorda troppo di quando ero come lei, pieno di amore e gioia” (Francis Bean).


Vai La lettera d’addio: leggi “To Boddah pronounced” sul forum di Nirvanaitalia.it

Lui non era tanto maledetto, ma era certamente genio. Tanto bello quanto tormentato. Con i Nirvana aveva imposto il genere grunge al mondo, non l’avevano proprio inventato ma ne erano diventati la voce ufficiale. Dopo la morte Cobain è diventato una leggenda, i Nirvana hanno smesso di esistere ma hanno continuato a vendere dischi. Anche vent’anni dopo.

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Leggi 17 novembre 1991, il concerto dei Nirvana al Bloom (18 novembre 2011)

Una parte di quella storia è stata scritta al Bloom di Mezzago, due volte, e si può riassumere in un semplice «Pancakes are cool, kebabs are not». Così Cobain e i Nirvana nel ’91 si erano ri-presentati al locale prima di un concerto che sarebbe entrato (volente o nolente) nel dna del luogo (insieme al mitologico scambio a distanza di messaggi tra Cobain e Love attraverso i muri dei camerini, finito anni dopo sotto una mano di bianco).

“E poi su quel palco hanno suonato i Nirvana”. E millemila altri in ventisei anni, ma soprattutto i Nirvana. Prima nel 1989, poi nel novembre ’91 con in tasca il successo di “Nevermind”. Seicento persone strette strette all’interno, mille senza biglietto fuori in via Curiel.

Il ’94 era ancora lontano, ma allora come oggi c’erano già le canzoni.

(Smells like teen spirit
– 1991)

(About a girl)

(Nirvana al Bloom di Mezzago nel 1989)