«Uscire vivi da Pedemontana»Incontro di Legambiente a Desio

«Usciamone vivi». Venerdì 25 gennaio il circolo desiano di Legambiente, in collaborazione col comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e tutte le associazioni che ne fanno parte, propone un incontro pubblico per parlare di Pedemontana.
«Uscire vivi da Pedemontana»Incontro di Legambiente a Desio

Desio – Usciamone vivi. I gruppi che da sempre dicono no a Pedemontana, al progetto così com’è, che contestano la mancanza di dialogo con la Spa e con chi si è aggiudicata la gara per la realizzazione dell’autostrada, stavolta gridano così: «Usciamone vivi ».
Venerdì 25 gennaio il circolo desiano di Legambiente ‘Roberto Giussani’, in collaborazione col comitato Beni Comuni di Monza e Brianza e tutte le associazioni che ne fanno parte, propone un incontro pubblico in sala Pertini, in Municipio, alle 21.
Vogliono spiegare cosa intendono dire quando affermano: usciamone vivi. Dal progetto Pedemontana, naturalmente. Vogliono mettere in fila quelli che saranno, secondo loro, gli attacchi che l’autostrada a sei corsie porterà dentro il cuore della città. Dentro i polmoni della gente, sulla pelle di chi abita a ridosso della striscia d’asfalto e anche a chi vive poco distante. Vogliono parlarne e invitano tutta quanta la città a partecipare al dialogo.

Scadute, passate senza che nulla sia successo le date previste da Pedemontana per la presentazione del progetto esecutivo e per l’apertura dei cantieri, registrate le proteste dei Comuni, Desio in testa, per la denunciata latitanza dei responsabili di Pedemontana («Sono spariti – aveva detto il sindaco Corti qualche settimana fa -, facciano un cenno, ci diano segnali della loro esistenza»), il cerchio si stringe sempre più. E arriva a considerare gli effetti che il traffico porterà sulla salute dei desiani e dei centri vicini. Un aspetto non secondario, sicuramente da mettere allo stesso livello degli espropri annunciati e di quelli stranamente evitati.
Dell’insistenza nell’abbattere l’attuale svincolo con la Statale 36 e nel costruirne uno nuovo su mezzo milione di metri quadrati di territorio cittadino. Dell’inevitabile giro di terra da rimuovere e da riportare, con la speranza che sia tutta e sempre pulita. Della realizzazione di una stazione di servizio da 330mila metri quadrati alle spalle dell’ospedale, a contatto di gomito col pronto soccorso. Della prevista apertura di quattro cantieri sul tratto desiano dell’autostrada.

Usciamone vivi, dicono da Legambiente. Hanno invitato due esperti per tracciare il primo contorno del disegno del futuro. Edoardo Bai è medico epidemiologo, collaboratore dell’istituto dei tumori di Milano, responsabile scientifico di Legambiente. Marco Caldiroli è un esperto chimico, vicepresidente di Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute. Oltre che degli attacchi che Pedemontana porterà alla salute di chi vive in città, parleranno anche di diossina «con dati sinora ignorati e le nuove, ultime scoperte» dicono da Legambiente. Pedemontana e diossina sono destinati ad incontrasi, inspiegabilmente, secondo il progetto definitivo dell’opera.
Egidio Farina