Un’altra fotografiaL’omaggio a Gagni

Un’altra fotografiaL’omaggio a Gagni

Monza – Scoprire i colori della luce e dare forma a un riflesso. Serve la tecnica di uno scienziato e l’anima di un artista e Mauro Gagni era entrambe le cose. Ingegnere informatico cresciuto circondato dall’arte moderna dalla quale si è lasciato sedurre, fino a trovare in fondo all’obiettivo di una Olympus OM 10 la cifra del suo linguaggio. È iniziata così la parabola artistica di un fotografo nato scienziato e che all’arte ha regalato negli anni scatti fatti di suggestioni e impressioni. Quelle stesse intuizioni metafisiche che Alberto Crespi ha raccolto nella mostra omaggio dedicata a Mauro Gagni a un mese dalla sua scomparsa.

Sarà la Saletta reale della stazione ferroviaria a fare da sfondo all’allestimento “Aus Licht zum hellen Schein”, curato dall’Associazione amici dei musei, che sarà inaugurato il 6 marzo alle 18 (fino al 30 marzo, da martedì a sabato dalle 15 alle 18 e su appuntamento). «Come fotografo ha sempre lavorato sulla luce – spiega il curatore della mostra – e la fotografia è semplicemente e tecnicamente la registrazione di un evento luminoso». Ma la luce bisogna andare a cercarla, saperla trovare. Ecco allora i viaggi a Dubai, non per catturare lo skyline tra occidente e deserto, ma per cogliere il riflesso del sole mediorientale sulle vetrate dei grattacieli, e ancora le metropoli raccontate attraverso i dettagli e la neve ugualmente accecante in ogni sua sfumatura e persino Monza, scelta da Gagni come casa. «Non ha mai voluto lavorare sull’oggetto ma sul concetto che sottende l’oggetto – continua Alberto Crespi – senza cedere però alla casualità, inseguendo suggestioni determinate».

«Dalla luce allo splendore assoluto» è il titolo della personale di Gagni, a raccontare un percorso che lo stesso Crespi ha colmato di ricordi. «Entrare in contatto con la fotografia di Mauro Gagni ha significato per me chiudere un cerchio di suggestioni luministiche mediate dalla musica – scrive il curatore -. Riaffiora dal tempo la luce primordiale che Mahler mise in musica per il quarto tempo della sinfonia “Risurrezione”. Artisti come Gagni sono nati per riflettere il mondo in occhi chiari, infaticabilmente curiosi, che tentano di preferire il possibile al reale e al verosimile». Per descrivere con le emozioni le cose così come non appaiono a un primo sguardo. È una fotografia estremamente tecnica, oltre che profondamente metafisica, quella proposta dal fotografo milanese.

Gli effetti sfocati e nebulosi, i lampi di luce come le macchie di colore sono infatti ottenuti muovendo la macchina nel momento dello scatto, ottenuto tenendo il diaframma aperto per un lungo periodo, così da costringere l’obiettivo a cogliere anche quegli spicchi di realtà che agli occhi sfuggono. Una novità linguistica figlia della capacità dell’artista di «leggere la contemporaneità più colta e le radici del linguaggio di oggi nel tornante della cultura mitteleuropea dei primissimi del Novecento». Un omaggio sentito e affettuoso quello proposto da Crespi e dagli Amici dei musei, che «a Mauro augurano di aver trovato ora quella luce a cui tanto aspirava».
Sarah Valtolina