Una trattativa fiume a VimercateA Bames c’è l’intesa per la cassa

Vimercate, vertice per ex CelesticaGiovedì 28 tavolo al ministero

Vimercate – Accordo raggiunto: è partita la nuova cassa integrazione straordinaria di due anni per trecento lavoratori di Bames-Sem. Procedura che si accoda senza soluzione di continuità a quella appena conclusa, che aveva coinvolto per dodici mesi oltre duecento lavoratori dell’ex Celestica. L’intesa tra azienda e sindacati è arrivata attorno alla mezzanotte di mercoledì, dopo un intero pomeriggio di confronto e una giornata di trattativa a oltranza, martedì, dalle nove del mattino alle undici di sera.

Giovedì mattina sindacati e rsu hanno presentato i contenuti dell’accordo all’assemblea dei lavoratori, per ottenere il via libera definitivo: un massimo di otto mesi di cassa all’anno per ogni persona, e quattro in reparto. Ad affiancare la procedura è un piano industriale che, puntato sulle nuove tecnologie come wi-max e spin, nelle intenzioni di Bames dovrebbe portare entro due anni al rientro in produzione di duecento persone mentre per altre cento è prevista l’uscita in mobilità tramite prepensionamento. Se la partita sulla sigla della cassa è giunta a una svolta, resta aperta quella ancora più difficile del possibile rilancio dell’azienda così come del sito. «Nei prossimi mesi verificheremo costantemente l’andamento della cassa e dei piani industriali. Non si dimentichi che rimane un enorme lavoro da compiere per la reindustrializzazione del sito», ha aggiunto Redaelli.

Il nodo più aggrovigliato che le parti hanno sciolto nel lungo confronto, con qualche concessione su entrambi i fronti, è la modalità di gestione della cassa. Si era partiti con la richiesta di due anni di cassa a zero ore per trecento lavoratori su seicentocinquanta, poi l’azienda aveva aperto alla cassa a zero ore per undici mesi con un mese di lavoro. Condizioni inaccettabili per i sindacati, consci comunque, quanto l’azienda, che l’obiettivo da raggiungere era il sì regionale all’avvio dell’ammortizzatore sociale perché l’alternativa sarebbe stata la mobilità secca per trecento persone.

«Abbiamo il cinquanta percento di possibilità di raggiungere l’accordo», aveva detto Gigi Redaelli, segretario generale Fim Cisl Brianza, mercoledì mattina, alla vigilia della ripresa della trattativa, mettendo in conto l’eventualità di una mancata intesa e il rischio che la parte di procedura in deroga riguardante Bames non decollasse. Poi la soluzione a metà strada, «l’accordo parla di quattro mesi di lavoro e di otto mesi di cassa come tetto annuo per ogni lavoratore –ha spiegato Redaelli giovedì- Una questione aggiunta si pone per il 2010, per i lavoratori che hanno già effettuato i primi due mesi dell’anno in cassa, che aggiunti agli otto, avrebbero configurato una situazione di reddito insostenibile. Abbiamo trovato un punto di equilibrio, garantendo a questa parte di lavoratori sette e mesi in cassa e tre di lavoro per la parte restante del 2010, in modo da raggiungere un massimo di nove mesi a casa».
Anna Prada