Una protesta dei sindaci ad Arcorecontro le norme strangola-comuni

Una protesta dei sindaci ad Arcorecontro le norme strangola-comuni

Arcore – Un manipolo di sindaci davanti a villa San Martino per chiedere al presidente del consiglio di rivedere il patto di stabilità. Manifestazione lampo, questa mattina, per un nutrito gruppo di primi cittadini dei comuni del Vimercatese e non solo, che si sono dati appuntamento davanti alla residenza arcorese di Silvio Berlusconi per una protesta e per consegnare una lettera al capo del governo: nel testo, la richiesta di rivedere le norme di bilancio e il sistema di finanziamento dei Comuni, strangolati da una serie di fattori.

Primo, l’eliminazione dell’Ici, e poi tutte le norme individuate dal patto di stabilità – ovvero l’applicazione nazionale degli accordi europei sugli equilibri finanziari. Il risultato è, sostengono i sindaci, l’impossibilità di usare per investimenti risorse che i Comuni in realtà hanno. Senza contare – ricordano – che poi a dare le risposte ai cittadini sono loro, gli amministratori locali, e non certo i parlamentari o i membri del governo. I firmatari in fascia tricolore – tra gli altri il sindaco di Vimercate, quello di Cavenago e quello di Ornago – hanno cosegnato una lettera che contiene anche proposte alternative. Con un promemoria: chi protesta oggi – ribadiscono – sono le amministrazioni che hanno sempre rispettato le regole.

«I tagli dello Stato al Fondo sociale (300 milioni a livello nazionale) avranno ripercussioni molto pesanti sui servizi ai cittadini – si legge nella lettera – In Lombardia i Comuni avranno a disposizione 8 milioni di euro in meno per garantire i servizi alla persona e alle famiglie. Si stima che l’anno prossimo il numero dei Comuni che non potranno rispettare il patto raddoppierà ancora, e che gli investimenti si ridurranno del 30%. Nel 2010 i Comuni non avranno più le risorse per garantire i servizi ai cittadini e gli investimenti alle imprese».

E ancora: «E poi l’assurdità del patto di stabilità: come è concepito oggi è follia pura perché ritarda a dismisura i pagamenti degli enti locali alle imprese creditrici. Occorre modificarlo, anche per allinearci agli standard europei. Il patto di stabilità ci sta mettendo in grossa difficoltà. Gli enti pubblici hanno la fila di creditori fuori dalla porta che non possono essere pagati sebbene le risorse ci siano. E’ assolutamente illogico». I firmatari chiedono che vengano tolte le sanzioni ai Comuni che non hanno rispettato il patto di stabilità, venga finalmente riconosciuta ai Comuni una reale autonomia finanziaria, cessi il continuo taglio dei trasferimenti, che vanno ripartiti più equamente senza penalizzare le realtà più virtuose e che i trasferimenti di competenze ai Comuni vengano accompagnati da idonee risorse economiche.