Suor Marcella racconta HaitiUna monzese partirà con lei

Suor Marcella racconta HaitiUna monzese partirà con lei

Monza – Ha lasciato la sua Haiti solo per pochi giorni, ma il cuore di suor Marcella Catozza, missionaria francescana, è rimasto là, sull’isola insieme alla sua gente. I loro volti, le storie, i gesti di tutti i giorni nella durissima quotidianità del dopo terremoto suor Marcella li ha portati in Brianza, raccontando del miracolo del Vilaj Italyen a Port au Prince, il villaggio costruito dalla religiosa grazie all’aiuto delle associazioni che instancabili si sono date subito da fare. Tra queste anche la onlus monzese Micromondo, che collabora con suor Marcella da anni.

«Le persone che lavorano con Micromondo non le considero solo dei volontari ma veri amici – racconta suor Marcella, che abbiamo raggiunto prima di un incontro che teneva a Lecco, lo scorso lunedì -. E infatti tre di loro (tra cui Claudia Salvioni, presidente di Micromondo Monza e Brianza, ndr) partiranno con me per Haiti dove potranno vedere con i loro occhi la situazione attuale del villaggio e conoscere da vicino la mia gente». Passata quasi del tutto l’emergenza colera, «si è passati da 80 a 6 casi al giorno», suor Marcella e i suoi collaboratori stanno cercando di ricostruire la normalità, dando prima di tutto un tetto alle persone.

 «Dopo aver costruito case, il refettorio, le latrine comuni, l’area ludico sportiva, la casa di accoglienza, la chiesetta Stella Maris, il poliambulatorio San Francesco e la scuola Regina della pace, ora pensiamo di allargare il villaggio con altre nuove 150 case – spiega la missionaria -. Il lavoro però non sarà semplice, bisognerà prima di tutto rimuovere la macerie e togliere le baracche». Attualmente nel Vilaj Italyen vivono circa 70mila persone, accampate nelle casette e nella baraccopoli che incornicia il villaggio.

«Siamo gli unici ancora oggi che stanno ricostruendo – racconta -. Per questo motivo il nostro progetto è stato definito da tutti un vero e proprio miracolo. Io però ho potuto muovermi in autonomia, aiutata dallo sforzo di centinaia di amici che mi hanno dato una mano. Molte ong invece hanno dovuto prima presentare progetti di costruzione, poi ottenere l’approvazione e i finanziamenti e quando questi sono alla fine arrivati, magari capitava che l’emergenza era stata superata da qualcos’altro. Arrivano ancora in questi giorni delle tende che le ong hanno richiesto un anno fa, ma che oggi non servono più. Non sono le ong da incolpare, è ingiusto criticare quando non si conosce la situazione di Haiti, quello che contesto è il protocollo di gestione dei progetti di sviluppo nel Terzo Mondo».

Oggi suor Marcella riparte per la sua isola, ma ha costruito un ponte con la Brianza, grazie anche al suo sito www.vilajitalyen.org continuamente aggiornato. «È il mio modo per avere sempre accanto tutti i miei amici». Aspettando la prossima chiacchierata.

Sarah Valtolina