Special Olympics, il bilancioTutto fantastico. O quasi

Monza – La Cerimonia d’Apertura degli Special Olympics di martedì 29 giugno, lo hanno riconosciuto tutti, è stata una grande festa. Emozionante. Spettacolare. A tratti commovente. Insomma davvero speciale.

Gli organizzatori hanno pensato proprio a tutto, dai paracadutisti ai fuochi artificiali, ma non hanno pensato a tutti. Si sono dimenticati, ironia della sorte, proprio dei disabili in carrozzina. Per eventi di questo genere, a loro, anzi a noi, perché io stesso faccio parte di questa “ristretta cerchia”, viene riservata un’area apposita, solitamente si tratta di una pedana rialzata da terra.

Tutto questo il giorno dell’inaugurazione dei Giochi non è stato previsto, perché nessuno, inspiegabilmente, si era posto il problema. Improvvisata al momento, l’area “riservata” alle carrozzine era l’asfalto della pista. Poi, per esigenze televisive, più importanti delle stesse necessità delle persone, la nuova area “riservata” alle carrozzine è diventata il prato ai margini del rettilineo, più scomodo dell’asfalto perché sconnesso e non in piano.

Ma i disagi non sono finiti qui, anzi sono cominciati prima perché, per raggiungere il parterre, dove ha avuto luogo la cerimonia, è stato necessario superare un tratto ricoperto da un abbondante strato di ghiaia, nemica dichiarata delle carrozzine. A infossarsi, cadendo così vittima del “nemico”, è stata proprio la mia carrozzina e soltanto l’intervento di tre Carabinieri mi ha permesso di raggiungere il parterre.

Il tratto ghiaioso da superare e il non aver previsto una pedana sono mancanze non di poco conto da pare degli organizzatori perché, oltre agli spettatori disabili presenti, alcuni degli stessi atleti erano in carrozzina e questo non poteva e non doveva sfuggire.

Se sempre più spesso si parla di inclusione sociale per le persone disabili, come è accaduto anche durante la cerimonia, ancora una volta sono state le attenzioni minime a essere disattese.

Includere socialmente significa offrire a una persona, che si trova a vivere in una situazione di svantaggio, condizione imposta ad esempio dalla disabilità, l’opportunità di essere cittadino a tutti gli effetti e al pari degli altri. Di essere parte integrante e attiva della società. E soprattutto di sentirsi considerato.

Ed è proprio quest’ultimo punto a essere venuto meno quella sera. Più che il disagio causato dalla ghiaia, è la sensazione di non essere stato preso in considerazione che mi ha colpito più profondamente. L’inclusione sociale, è bene ricordarlo, parte dalle attenzioni minime, alla base dell’integrazione. Poi, una volta raggiunte queste, allora sì che si può iniziare a pensare alle grandi conquiste. Tuttavia queste mancanze non offuscano la lodevole iniziativa dei politici brianzoli di aver portato gli Special Olympics a Monza. Ma toccherà proprio a loro, ora che i riflettori si sono spenti, non voltare le spalle e far crescere l’attenzione attorno alle tematiche inerenti la disabilità intellettiva.

Nicolò Cafagna