Sovico, è morto a 62 anniil “ragioniere” Franco Motta

Sovico La chiesa parrocchiale Cristo Re di Sovico martedì ha faticato a contenere le persone che si sono strette attorno alla famiglia di Francesco Motta. A soli 62 anni, se n’è andato un uomo socievole e competente che ha saputo farsi apprezzare sul lavoro come nella vita per le sue qualità umane.

Francesco Motta, direttore gestione complessiva dell’ospedale di Carate – Giussano, volto noto nell’ambito della sanità locale, è morto all’alba di lunedì al termine di due anni di sofferenze fisiche che l’amore della moglie Loretta e del figlio Federico hanno contribuito ad alleviare. Fra i dipendenti stimati dell’Azienda Ospedaliera di Vimercate, era andato in pensione nel 2006. Poi la malattia non l’ha più abbandonato. In tanti lo hanno salutato per l’ultima volta martedì pomeriggio durante le esequie celebrate da don Eugenio Boriotti.

Presente al rito funebre il direttore sanitario Bruno Molteni che lo ha ricordato dal sagrato. <Il mio ricordo è duplice: ho percorso con lui una prima fase, quella di chi operava per la sanità a favore degli altri per migliorarne i servizi> afferma <Poi, per lungo tempo, Francesco Motta è stato lui stesso fruitore dei servizi sanitari attraverso un percorso di sofferenza. Sono legato a lui perché insieme abbiamo collaborato operando a Carate e Giussano, poi si è cercato di alleviare e migliore certe condizioni patologiche importanti dandogli un supporto ed un’amicizia che ritengo siano importanti per cercare di superare certi momenti. Motta era una persona determinata che ha saputo fondersi col gruppo per affrontare gli impegni, il suo è stato un ruolo importante>.

Commosso il ricordo di un’amica che lo ha conosciuto sul lavoro. <Quando eri fra di noi eri il “ragioniere”oggi, invece, mi piace ricordati proprio solo come il mio amico Franco – afferma Carla Gatti – In questo momento mi tornano alla mente i giorni felici che ci hai fatto trascorrere, ma anche i tanti e tanti giorni della tua sofferenza: di quel 2008 trascorso quasi interamente in ospedale; di quel 2009 comunque costellato di tribolazioni alternate a qualche momento di speranza. La tua dignità nell’affrontare con consapevolezza il cammino verso una vita migliore sono certamente testimonianze di grandissima personalità ed encomiabile determinazione>.
Elisabetta Pioltelli