Scomparsi, nasce banca datiper risolvere i “cold case”

Primato italiano in Europa per l'istituzione di una banca dati delle persone scomparse e dei cadaveri non identificati. Il progetto è stato lanciato dall'associazione Penelope, che raggruppa i familiari degli scomparsi e ha sede in Brianza, con l'antropologa Cristina Cattaneo.
Scomparsi, nasce banca datiper risolvere i “cold case”

Milano – Primato italiano in Europa per l’istituzione di una banca dati delle persone scomparse e dei cadaveri non identificati. Il progetto, avviato nell’aprile dello scorso anno, è stato presentato a Palazzo Marino, nel capoluogo lombardo, alla presenza dell’assessore di Milano ai Servizi al cittadino e alla Semplificazione Stefano Pillitteri. Dopo anni di impegno di enti come il Labanof dell’Università degli Studi di Milano e di associazioni come Penelope, sono state definite le schede ante e post mortem che, inserite nello specifico sistema di registrazione, a cui possono accedere la Polizia scientifica e altre forze dell’ordine, permetteranno di incrociare i dati e aiuteranno nel processo di identificazione dei cadaveri rimasti senza nome. «A nome dell’associazione – ha esordito il presidente di Penelope Lombardia, il brianzolo (di Misinto) Gabriele Schiavini – vorrei innanzitutto abbracciare i genitori e i familiari di Yara».

Banca dati – La soddisfazione dell’associazione per il compimento del primo traguardo sulla banca dati, però, non esaurisce il percorso incessante. «Dopo il primo passo – ha spiegato Schiavini – è necessario andare avanti, superando alcuni limiti di carattere organizzativo». Simbolo dell’attesa è anche la legge, il cui testo unico è all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, sugli scomparsi, che prevede nuove procedure della fase di denuncia, accelerando il processo di registrazione, e istituisce un comitato nazionale interforze per le ricerche e la banca dati. «Ci auspichiamo che il testo – ha proseguito il presidente di Penelope Lombardia – venga approvato al più presto. Quando una famiglia si trova ad affrontare la scomparsa di un proprio caro, circostanza purtroppo che può capitare a tutti, la vita rimane in sospeso e cadono le certezze, è come una goccia che prosegue a cadere ogni giorno, nell’attesa».

“Bones” – «Negli ultimi 15 anni – ha spiegato Cristina Cattaneo, antropologa e patologa forense direttrice del Labanof, laboratorio di antropologia e odontologia forense, che si è occupata in passato di casi come le Bestie di Satana e dell’omicidio di Elisa Claps, così come dell’esame autoptico sul cadavere di Yara Gambirasio – c’è stata una progressiva sensibilizzazione sul problema. Ora bisogna superare la fase di rodaggio perché la banca dati si perfezioni e funzioni a pieno ritmo. Fondamentale è la formazione di personale specializzato per la raccolta dei dati, con la forte collaborazione con Procura, comuni e forze dell’ordine. I cadaveri non identificati sono conservati un po’ ovunque, dai grandi centri medico legali agli ospedali di provincia: è molto difficile localizzarli e non esiste dappertutto la stessa tecnologia».
Ileana Brioschi