Sarnico: la festa 2009per i terremotati

Sarnico: la festa 2009per i terremotati

«Eccoci qua cittadini d’Abruzzo, e aumentano d’intensità le lampadine una frazione di secondo prima della fine»… È un pezzo di «Domani», la canzone dedicata dai big della musica italiana alla ricostruzione dell’Abruzzo. Sabato 18 luglio a cantarla saranno i 20.000 attesi per una serata che a Sarnico ricapitola mille anni di storia. Che comincia con un palo della cuccagna steso in orizzontale sul Sebino, alla conquista di una corona di fiori, e finisce con uno spettacolo pirotecnico che non ha forse eguali in Bergamasca, giusto perché qui c’è lo specchio del lago e l’effetto è doppio.

L’edizione numero tre della rievocazione «Scior, picaprede e pescadur», che racconta volti, figure e figuri del lago dal Mille in giù, e la tradizionale processione delle barche con la statua della Madonna Stella Maris, quest’anno hanno come titolo «Sarnico-Abruzzo. È domani»: nel corso della serata verranno distribuite 8.000 candele bianche (chi vuole potrà portarsele da casa), insieme al testo della canzone di Ligabue, Jovanotti e compagnia. Si accenderanno le candele e tutti insieme si intonerà il pezzo, che sarà trasmesso in filodiffusione tra il centro storico e il lungolago. Non sarà un momento magico? Perché qui sul lago sarà una serata bellissima, ma laggiù si continua a soffrire. «E non va dimenticato», dice Romy Gusmini, vicesindaco di Sarnico che ha pensato a questo ponte con l’Abruzzo. Ecco quindi che gli attori che parteciperanno allo spettacolo chiuderanno ogni performance con una raccolta fondi per le vittime del terremoto. Lo spettacolo – regista è Silvia Barbieri del Teatro Prova di Bergamo – inizia alle 19,30 con una novità: il palo della cuccagna, che come nelle tradizioni dei lacustri sarà steso in orizzontale sul Sebino, nei pressi del ponte che riunisce le province di Bergamo e Brescia, segnando la fine del lago e l’inizio dell’Oglio. In fondo al palo unto di grasso – quindi il tuffo è garantito -, sarà appesa una corona di fiori. Chi l’agguanta non si risparmia il tuffo: dovrà comunque lanciarsi per portarla a nuoto all’abate San Mauro, il patrono di Sarnico, che l’attende su un naèt per portarla nei pressi dei nove pontili su cui saranno allestite le scene della rievocazione storica, che prende il via attorno alle 20. Circa 500 i cittadini coinvolti, tra i 4 e gli 80 anni. Gran parte vestiti con gli abiti storici confezionati dalle sarte di Sarnico, su indicazioni del costumista Alfonso Andreoli, riporteranno in vita scior, picaprede e pescadur, ma anche lavandaie e appestati, mercanti e «crape del preda», le operaie della Manifattura e i venti del Sebino, interpretati dalle allieve della scuola di danza «Enjoy dance».

Dopodiché gli attori scenderanno dai pontili per sfilare tra la gente e raggiungere i luoghi dove daranno vita a rievocazioni, quadri viventi e suggestive interpretazioni (che si ripeteranno ogni 15 minuti), tra le storiche piazze e la Contrada, tra il parco dei Lazzarini e il lungolago. Le lavandaie – novità di quest’anno – stenderanno i loro panni sull’erba davanti alle Residenze del porto. La colonna sonora della serata sarà garantita dai tre cori «Il Castello», «Callido» ed «Effatà», mentre sui maxischermi «gireranno» le interviste ai testimoni di mestieri che sul lago non ci sono più. Con la sua poesia «La processiù», Gianfranco Gaspari siglerà la fine della rievocazione e l’avvio della processione della Madonna Stella Maris, verso le 22, organizzata dall’Associazione marinai. Prima arriveranno i naècc, accompagnati alle spalle da un «aperitivo» dello spettacolo pirotecnico, con la regia di Oreste Castagna. Poi lentamente partiranno dal Circolo velico le barche: aprirà la processione la pilotina di Bruno Falconi, di Villongo (con lui il parroco don Luciano Ravasio), che porterà la statua della Madonna Stella Maris, opera del Manzù. Ad attenderla, migliaia di persone e in testa il sindaco Franco Dometti. Sarà lui ad accogliere la statua nel gazebo sul porto e a posare ai suoi piedi la corona di fiori donata da San Mauro. A questo punto i fedeli saranno invitati ad accendere la candela bianca e a intonare «Domani» per l’Abruzzo.

Infine, lo spettacolo del fuochi d’artificio, che accenderanno il lago di colori prima del ritorno delle imbarcazioni al Circolo velico e la Madonna Stella Maris alla chiesetta progettata dall’architetto Luigi Angelini. «Scior, picaprede e pescadur – sottolinea il sindaco – è un evento che ci rende orgogliosi, sia per la capacità di mobilitare tutta la popolazione con un coinvolgimento al suo interno diverso ma parimenti attivo, sia per la sua natura di spettacolo teatrale di grande livello. Da una manifestazione di paese abbiamo creato un evento culturale che, se da un lato fa conoscere anche ai più giovani le nostre radici, dall’altro attraversa mille anni di storia toccando altre città, altri Paesi che in un modo o nell’altro avevano stabilito un legame con il nostro lago». Altra simpatica novità dell’edizione 2009: tre mascotte – scior, picaprede e pescadur -, disegnate dal sarnicese Renato Santin, che vivacizzeranno la scenografia e saranno a disposizione per foto ricordo con i bambini e tutti i partecipanti. Infine una nota tecnica: parcheggi gratuiti dalle 18, previsti bus navetta.