Rinascita di gelsi e bachi da setaL’idea di Assoparchi Vimercatese

Rinascita di gelsi e bachi da setaL’idea di Assoparchi Vimercatese

Vimercate – Ritorno alla tradizione. Con una prospettiva capace però di creare futuro, sotto il profilo paesaggistico, produttivo e anche educativo. È con questa l’articolata cornice entro la quale l’associazione Parchi Vimercatesi ha lanciato una nuova sfida ai Comuni: riportare in auge la coltura del baco da seta e la correlata presenza del gelso, binomio di industria e paesaggio che per secoli ha caratterizzato la vita e l’economia della Brianza.

“Per ora si tratta di un’ipotesi, che crediamo però matura per diventare oggetto di uno studio destinato a tramutarsi in progetto”, ha spiegato Pino Timpani, presidente dell’associazione Parchi dopo la serata-conferenza tenuta la scorsa settimana presso Cascina Rossino a conclusione del ciclo di promozione attivato nell’ambito di Gusto di Brianza Est, l’iniziativa proposta dall’associazione con l’obiettivo di valorizzare le superfici agricole, presenti ancora in questa parte di territorio in buona percentuale rispetto all’edificato, e di ricreare una rete di attività economiche legate all’agricoltura, al turismo di prossimità, al tempo libero.

Quarto appuntamento, dopo quelli svolti a Sulbiate, Mezzago, e Agrate, la serata conviviale ha ospitato anche i sindaci di Vimercate, Paolo Brambilla, e di Ornago, Maurizia Erba, e gli assessori all’urbanistica e all’ecologia di Palazzo Trotti, rispettivamente Laura Curti e Corrado Boccoli. “Proprio la presenza dei sindaci e di alcuni amministratori è stata occasione preziosa perché alcuni esperti spiegassero il significato e le modalità di questo possibile ‘ritorno’del gelso –ha proseguito Timpani- Quali i possibili luoghi di applicazione di questo progetto? Per esempio il parco della Cavallera. Basti pensare che se il piano delle compensazioni previsto a corredo dell’autostrada Pedemontana sarà effettivamente realizzato, in questo parco è già previsto che ricompariranno i filari di gelsi”.

Con quale scopo tornare alla bachicoltura? “Si tratta di un altro piccolo passo in direzione di quella valorizzazione e difesa del territorio che passa anche attraverso il recupero della sua identità –ha aggiunto Timpani- L’idea è di legare questo progetto alla cultura, alla scuola, alla didattica”. La piantumazione del gelso consentirebbe infatti la creazione di una filiera di produzione della seta con una valenza evidentemente didattica, per mostrare nel concreto alle scolaresche il funzionamento di questa forma di economia, non certo replicabile come produzione su larga scala. Gli altri utilizzi del gelso, questi sì produttivo-commerciali, sarebbero per la zootecnia, sottoforma di mangime proteico ottimale per i bovini, e per la frutta, visto che questi alberi producono more.
Anna Prada