Ragazzi, la vita è preziosaNuovo libro di Tavecchio

Si intitola "Una marcia in più", e raccoglie le conversazioni avute con i giovani nelle scuole. Prefazioni di vari campioni della velocità: da Valentino Rossi a Schumacher
Ragazzi, la vita è preziosaNuovo libro di Tavecchio

Monza – Ingranare la marcia giusta per affrontare la vita con entusiasmo. Trovando in se stessi il carburante per percorrere le strade, non sempre rettilinee, del grande dono dell’esistenza. Questo il messaggio di “Una marcia in più” (edizione Paoline), ultima fatica letterario di Alessio Tavecchio che vanta le prefazioni di Valentino Rossi, Michael Schumacher, Felipe Massa, Loris Capirossi e del compianto Candido Cannavò. Un testo che si legge tutto di un fiato e dal quale emerge la figura carismatica, ma al tempo stesso umana, di Alessio Tavecchio, 39enne da sedici anni su una sedia a rotelle a causa di un incidente motociclistico. Tutti i monzesi conoscono l’entusiasmo di Alessio che malgrado le difficoltà oggettive dopo quel tragico 5 dicembre 1993 è riuscito a dare nuovo senso (o meglio a trovare il senso autentico) della sua vita. Impegnandosi nelle scuole nel “Progetto Vita – Percorso di educazione alla responsabilità e alla sicurezza nella guida”. Proprio da questi incontri, ormai decennali, con migliaia di ragazzi in tutta Italia è nata l’idea e il bisogno di scrivere questo libro. Nel quale ripercorre quelle due ore di incontro con gli studenti ai quali, non solo racconta la sua esperienza, ma cerca di infondere la consapevolezza della prudenza stradale come salvaguardia del dono della vita.
Come rispondono i ragazzi?
"Se stimolati con i valori giusti sanno rispondere positivamente. Io quando parlo cerco di non spaventarli con numeri di morti o con la mia sedia a rotelle. Il mio compito è renderli consapevoli del dono della vita e più comprendono questo messaggio più saranno prudenti sulla strada e rispettosi degli altri".
Rispetto ad Alessio adolescente come sono i ragazzi di oggi?
"Hanno una grande insicurezza e una devastante paura di fare brutte figure e quindi di non essere accettati dal gruppo. Ma contemporaneamente c’è il desiderio di rimanere se stessi anche se la società li proietta ad esaltare l’esteriorità. Mentre tu punti sull’interiorità. Io cerco di riportarli a riscoprire le proprie potenzialità. Perché la vera forza è in noi stessi ed è indispensabile per continuare a sognare e a costruire il proprio futuro".
Cosa maggiormente ti meraviglia dei giovani durante gli incontri?
"La grande attenzione che in quelle due ore non cala mai. E le migliaia di email che ricevo. Alcune delle quali sono state inserite nel libro. Ragazzi che mi ringraziano perché dopo aver sentito il mio racconto sono più responsabili".
Cosa ha in più questo libro rispetto a quello precedente (“Cronaca di una guarigione in-possibile, ndr)?
"E’ una sorta di continuazione, più aggiornato con l’obiettivo di trasmettere un messaggio positivo e di vita. E’ uno specchio per noi stessi e un modo, attraverso le lettere scritte dai ragazzi, di conoscere meglio i giovani di oggi".
Barbara Apicella