Quaranta profughi a Vimercate?Individuati spazi per l’accoglienza

I primi 17 profughi dalla Libia potrebbero arrivare nel Vimercatese già la prossima settimana in quattro appartamenti tra Arcore, Cornate d'Adda e Ronco Briantino. Ma la protezione civile regionale ipotizza di sistemarne 40 nell'ex psichiatria dell'ospedale di Vimercate.
Quaranta profughi a Vimercate?Individuati spazi per l’accoglienza

Vimercate – I primi diciassette profughi dalla Libia potrebbero arrivare nel Vimercatese già la prossima settimana. È questo il numero dei posti letto che, ripartiti in quattro appartamenti, il Forum del terzo settore ha mappato nella disponibilità immediata delle associazioni aderenti. I Comuni interessati dovrebbero essere Arcore, Cornate d’Adda, Ronco Briantino. Il limite di accoglienza in quest’area continua a essere di trenta unità, il venti percento di quella della Provincia di Monza e Brianza, ma le cifre dell’afflusso nazionale crescono di giorno in giorno e di conseguenza anche questi numeri non potranno che aumentare. Il Forum del terzo settore e OffertaSociale stanno preparando il progetto di accoglienza, con logistica dei siti, idoneità, percorso di assistenza legale, sanitaria e linguistica, che martedì prossimo sarà presentato ai Comuni del Vimercatese per essere condiviso.
Il documento sarà poi inviato a Roberto Giarola, delegato a gestire la prima accoglienza in Lombardia.

«Una volta avuto il sì dei Comuni, procederemo subito a comunicare al dipartimento di protezione civile la disponibilità di questi diciassette posti e presumo che saranno subito assegnati diciassette profughi. Naturalmente, nella fase operativa, agiremo in stretta collaborazione con le amministrazioni dei Comuni dove si trovano le strutture ospitanti – ha spiegato Enrico Davolio, portavoce del Forum – Stiamo lavorando per cercare altri alloggi, il progetto ha come limite i trenta posti, con l’idea di mantenere per il futuro la quota proporzionale del 20 percento degli assegnati alla provincia. I Comuni hanno detto che non hanno disponibilità propria, abbiamo chiesto che procedano a ulteriori verifiche, nel frattempo non escludo si possa arrivare a soluzioni di tipo alberghiero».

L’obiettivo è anche arrivare all’incontro di martedì con un’idea sull’ente giuridico che gestirà direttamente queste operazioni, e il tema economico non potrà non pesare: servirà una condizione di base capace di sopportare i costi dell’accoglienza, in attesa che i 46 euro a profugo promessi dal governo siano rimborsati.

Venerdì il sopralluogo della protezione civile all’ospedale dismesso, che non è ancora uscito di scena come possibile centro d’accoglienza. Le dichiarazioni dell’azienda ospedaliera alla vigilia si limitavano a un no comment. «Non siamo ancora coinvolti in via ufficiale nella situazione dell’emergenza profughi», avevano fatto sapere. Il responsabile tecnico del nosocomio ha partecipato all’incontro di martedì su invito del sindaco Paolo Brambilla, «per metterlo a parte della situazione». Entro martedì prossimo lo stesso sindaco dovrà avere il quadro delle disponibilità effettive: «Per allora attendo comunicazioni dall’ospedale per procedere con una valutazione condivisa», ha annunciato Brambilla, che già si è detto contrario all’utilizzo dell’ex ospedale, parzialmente ancora in uso e inserito in un percorso di riqualificazione urbanistica.

Da indiscrezioni la rappresentante della protezione civile avrebbe candidato a possibile spazio di accoglienza un edificio all’interno del perimetro ospedaliero, l’ex palazzina di psichiatria: l’avrebbe trovata adatta a ospitare tra le 30 e le 40 persone, notizia che ha bisogno di ulteriori conferme ma che cambierebbe nella sostanza i piani dei sindaci e i lavoro svolto finora. In questo caso si parla di una presenza massiccia nell’arco di tre mesi.
Anna Prada
Valeria Pinoia