Nuova tegola per Penati: accusadi corruzione per la Serravalle

Filippo Penati, già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, è indagato per concorso in corruzione anche per il filone d'inchiesta per l'acquisto delle azioni della Milano-Serravalle all'epoca in cui era presidente della Provincia di Milano.
Penati, l’inchiesta s’incrociacon quella barese su Tarantini

Monza – Nuova tegola per Filippo Penati. L’ex portavoce del segretario Pd Pierluigi Bersani già accusato di concussione, corruzione e finanziamento illecito ai partiti, è ora indagato dalla procura di Monza anche per concorso in corruzione nell filone dell’inchiesta condontta dai sostituti procuratori monzesi Walter Mapelli e Franca Macchia per l’acquisto delle azioni della Milano-Serravalle all’epoca in cui l’ex sindaco di Sesto San Giovanni era presidente della Provincia di Milano. Nel 2005 l’ente di Palazzo Insimbardi acquistò infatti il 15% delle azioni della Milano-Serravalle dal Gruppo Gavio, raggiungendo la maggioranza assoluta delle azioni della società autostradale. Secondo l’accusa, il prezzo sarebbe stato “gonfiato” e nasconderebbe il pagamento di una tangente. Tangente che, ipotizzano gli inquirenti di piazza Garibaldi, sarebbe stata pagata con l’apparente caparra di due milioni di euro per la vendita di un immobile, che nel 2008 l’imprenditore Bruno Binasco (manager del gruppo Gavio, venditore dell’azione “sopravvalutate” alla Provincia) ha fatto incassare all’imprenditore e finanziatore del pd sestese Piero Di Caterina tramite un assegno. Per la procura, lo stesso Binasco cela le reali intenzioni in una clausola posta in calce al preliminare di vendita, in cui specifica il diritto a rinunciare all’acquisto dell’immobile con una semplice comunicazione scritta. Secondo la procura, lo scopo del preliminare sarebbe stato in realtà quello di versare la tangente destinata a Filippo Penati per l’acquisto delle azioni al prezzo gonfiato. Questa mattina, l’avvocato Angelo Giarda, difensore del manager di Banca Intesa Maurizio Pagani, anch’egli indagato per concorso in corruzione, si è recato in procura a Monza per depositare la nomina di difesa e ha spiegato ai giornalisti presenti che il luogo delle presunte trattative per creare il sovrapprezzo e la conseguente tangente di cui Di Caterina in un interrogatorio «non esiste». In un interrogatorio del 30 giugno 2010, Di Caterina ha riferito ai pm ciò che gli avrebbe detto l’ex dirigente della Provincia di Milano Antonino Princiotta e ha raccontato di «incontri nello studio del commercialista Ferruccio di Milano in via Pontaccio, nell’aprile 2005», incontri a cui avrebbe partecipato tra gli altri, secondo l’imprenditore, anche Pagani. Giarda ha spiegato: «Abbiamo fatto delle ricerche, e quello studio in quella via non esiste».