Nuova Provincia: lavoro e sviluppo

Nuova Provincia: lavoro e sviluppo

Imprese e lavoro – L’intero motore della nuova Provincia è sicuramente costituito dall’enorme complesso di imprese piccole e medie che ne caratterizzano totalmente il profilo. Ecco dunque che è attorno al mondo delle imprese e conseguentemente del lavoro che il territorio dovrà ruotare per garantire benessere e sviluppo. Da questo punto di vista va letteralmente impostata e attuata una «politica economica» in senso lato (comprendendo dunque artigianato, terziario, professioni, commercio, agricoltura, turismo) d’intesa in primo luogo con la Camera di commercio il cui presidente dovrebbe far parte della giunta provinciale a pieno titolo. Per un corretto equilibrio del sistema non vanno trascurate sia le organizzazioni di categoria che le organizzazioni sindacali da coinvolgere in modo istituzionale mediante una consulta permanente. Va creato un vero e proprio «sistema Brianza», con il concorso di una agenzia di sviluppo che assorba tutte le realtà similari esistenti, per sostenere dall’interno le realtà impredintoriali e valorizzarle-promuoverle all’esterno. Per quanto riguarda il lavoro occorre creare una forma di coordinamento-interazione di carattere pubblico-privato che faciliti e organizzi inserimenti e reinserimenti di personale di ogni età.

Formazione e cultura – Il panorama scolastico in continuo cambiamento, le esigenze del sistema economico-produttive richiamano fortemente l’esigenza di un intervento di natura programmatoria sul territorio rispetto a indirizzi di studio e di formazione. La Provincia ha competenze dirette sugli edifici scolastici superiori ma il suo raggio d’azione, d’intesa con tutti i soggetti interessati (Comuni, imprese, organi di gestione delle scuola) dovrà dispiegarsi a tutto campo per disegnare un quadro d’insieme dell’offerta formativa in linea con le esigenze-aspettative del territorio e le sue proiezioni verso l’esterno. Va definita anche una volta per tutte l’articolazione della presenza universitaria con particolare attenzione anche all’attività di ricerca strettamente connessa al sistema delle imprese. Sul piano culturale la conservazione, valorizzazione promozione delle tradizioni, così come degli innumerevoli «giacimenti» storici, letterari, artistici, monumentali presenti sul territorio, anche ai fini di una loro redditività economica, dovrà costituire una linea di azione ben precisa e concertata con il vasto mondo dell’associazionismo e volontariato di settore.

Welfare – Il settore vanta una radicata quanto ramificata presenza la cui efficienza è sostanzialmente e positivamente riconosciuta. Va realizzato in ogni caso un coordinamento più puntuale al fine di evitare ridondanze e sprechi da un lato e colmare lacune e carenze dall’altro. In questo senso l’Asl, anche per quanto strettamente inerente la politica sanitaria e ospedaliera pubblica e privata, la sua conferenza dei sindaci, le agenzie e/o aziende sociali, il mondo della cooperazione e del volontariato sono attori-soggetti che vanno coinvolti sia in modo diretto (il direttore generale dell’Asl potrebbe far parte della giunta) sia in modo indiretto, ovvero tramite consulta permanente (a partire dal presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl).

Multiservizi – «Last but not least», come si usa dire, da ultimo ma non per ultimo, una nuova Provincia che nasce per conquistare consenso e fiducia deve dare un segno molto forte nel settore dei consorzi, delle aziende e delle società pubbliche che in questi anni, proprio per la sua mancanza, sono andate proliferando. Via dunque, con un programma progressivo ma deciso, tutto orientato a creare una unica grande azienda-società che dall’acqua all’energia, dai rifiuti ai trasporti, e quant’altro esiste faccia direttamente capo al nuovo ente che la potrà gestire attraverso società di scopo affidata ad amministratori unici scelti tra manager a contratto e dunque a scadenza con il mandato dell’amministrazione provinciale e con obiettivi prefissati e remunerati di conseguenza. Via insomma la pletora di consigli di amministrazione costosi e, soprattutto, popolati di un sottobosco politico e affaristico inutile e dannoso. Questa è dunque la Provincia che vorrei.
Luigi Losa