Monzese volontario tra i profughiA Lampedusa con la Croce Rossa

Il 20enne Alessandro Calzaretti in Sicilia per l'emergenza sbarchi. Il volontario della Croce Rossa impegnato nel campo accoglienza di Mineo, come cuoco, per portare aiuti ai tanti profughi e rifugiati politici in arrivo dal martoriato nord Africa.
Monzese volontario tra i profughiA Lampedusa con la Croce Rossa

Monza – «Il lavoro vero inizierà ora». È pronto e determinato Alessandro Calzaretti, il primo volontario della Croce Rossa di Monza e Brianza, partito domenica mattina per la Sicilia, per far fronte all’emergenza sbarchi a Lampedusa. Dalla sua ha la giovanissima età, 20 anni soltanto e il diploma alla scuola alberghiera, e l’entusiasmo di chi finalmente può misurarsi con l’emergenza, facendo quello che ha sempre sognato. «Sono entrato in Croce Rossa a 15 anni – racconta – proprio per potermi rendere utile durante le emergenze di questo tipo. Questa è la mia prima missione».

Alessandro non è sbarcato a Lampedusa ma si è fermato al campo di accoglienza di Mineo, vicino a Catania. Qui presta servizio come aiuto cuoco. «Per ora abbiamo finito di allestire la cucina e gli alloggi – spiega – entro domani (ieri per chi legge, ndr) dovrebbero arrivare i primi rifugiati politici». Al campo di Mineo, infatti, sono attese circa duemila persone, uomini, donne anche qualche bambino, persino famiglie intere, fuggiti dal Nord Africa in rivolta. Sono profughi che hanno fatto richiesta e ottenuto il riconoscimento di rifugiati. «Per ora ho cucinato solo per gli altri volontari, ma il vero lavoro inizierà ora, con l’arrivo di tutte queste persone», aggiunge Alessandro.

Sono una sessantina i volontari della Cri che come lui si preparano ad accogliere l’arrivo dei rifugiati nella struttura a Mineo, gestita dal quinto centro di intervento emergenza isole della Croce Rossa. In questo modo si riuscirà ad alleggerire il carico di presenze, ormai al collasso, dei centri di prima accoglienza di Lampedusa. Nel campo in provincia di Catania i volontari garantiranno non solo vitto e alloggio ai profughi, ma anche assistenza medica e la possibilità di poter trovare la consulenza tecnica e legale necessaria per poter trovare una destinazione idonea.

La giornata di Alessandro e degli altri volontari addetti alla cucina inizia presto. Alle 6.45 si comincia a preparare per le prime colazioni e si rimane in cucina fino al pomeriggio, solo verso le 15 la grande cucina allestita nel campo di Mineo chiude per riaprire solo due ore dopo per iniziare a cucinare la cena. Alessandro rimarrà in Sicilia fino al 26 marzo, i turni richiesti ai volontari sono infatti di due settimane. Poi dovrà rientrare a Monza (anche per prendere la patente) ma il cuore, ne è certo, rimarrà là. «Voglio tornarci, non importa dove, ma mi auguro di poter ritornare in Sicilia o a Lampedusa al più presto», dice. Per ora è lì, felice di esserci, perché «davvero ne vale la pena».

Sarah Valtolina