Monza pronto per il FolignoMa la temperatura resta bassa

Monza pronto per il FolignoMa la temperatura resta bassa

Monza – Aiuto, ho perso la fede. Quella con la “effe” minuscola, per fortuna. Ho perso la mia fede calcistica, il Monza, o quanto meno sono molto vicino a perderla. Sarà per via di questa pausa, come dire?, tecnica imposta al campionato. Datemi un’emozione, un’emozione forte, perché io non abbia a pensare: non è farina del mio sacco. Ecco, il campionato si è fermato e tale sospensione mi ha in un certo senso costretto a pensare, a riflettere sulla sgradevole realtà di un mutato (vabbè, facciamo mutante) rapporto con la mia squadra, di un crescente disamore. Peggio, di un sopravvenuto disinteresse. L’essere ignorati o l’ignorare nella scala delle passioni sono un gradino perfino più basso dell’odiare o dell’essere odiati.

Sì, sono in crisi con il mio Monza. La crisi dei (quasi) cinquant’anni, da tanto dura il grande amore. Spero si tratti soltanto di stanchezza passeggera. Io ce la metterò tutta per ricucire lo strappo affettivo, ma temo che mi riuscirà difficile farlo se dall’altra parte si continueranno a manifestare sciatteria e insulsaggine. Il Monza d’oggi è la donnina in vestaglia che non si cura di esibire le sue rughe, le occhiaie profonde, i bigodini scialbi. Amorfa, rassegnata. Ti chiedi se colei che un po’ scortese serve la tazzina del caffè e spalma il burro sul pane tostato sia la stessa d’ieri. Mai un capello fuori posto, il trucco perfetto, gli abiti curati, il tacco 12 anche in cucina quando col mestolo girava il risotto.

Disamore, disinteresse. Indifferenza. Eppure, c’eravamo tanto amati. Esco dalla metafora. Si sa come vanno queste cose: gli anni passano, gli acciacchi fisici crescono, le tentazioni pantofolaie si moltiplicano – da “Tutto il calcio minuto per minuto” sei passato alla “Diretta gol” su Sky o Premium, aggiornamenti da tutti i campi in tempo reale, e i gol li vedi, li vedi! – , ma soprattutto la squadra del tuo cuore poco o nulla fa per vellicare le tue emozioni, stanare quanto di fanciullesco e in definitiva di più genuino hai riposto nella stiva segreta del tuo sentire. Insomma, la gradinata (di casa) può attendere. Quest’ultimo passaggio per ora sono riuscito a risparmiarmelo, la domenica comandata vado ancora regolarmente al “Brianteo” e addirittura non ho perso del tutto il gusto della trasferta, l’ultima a Viareggio.

E allora, direte? Allora confermo che sono sul filo della rottura, ma la cosa di per sé non sarebbe grave, ove riguardasse solo me stesso. Il dramma – si fa per dire – è che, come me, sull’orlo o addirittura già oltre ce ne sono tantissimi di innamorati delusi: qualcuno resiste da ultimo dei mohicani, altri vedono con lucidità perfino dolorosa il tracollo dell’ ex bellona sfiorita, prigioniera della sua vestaglia stinta. Essì, perdonatemi: sono ripiombato nella metafora. Colpa della pausa di campionato, nella quale mi auguro che una cosmesi miracolosa e mirata abbia restituito un volto decente alla signora che un dì ci sedusse.
Giancarlo Besana