Monza, pensionata assassinataDalla casa "spariti" dei contanti

Monza, omicidio Spalto Piodo,possibile svolta nelle indagini

Monza – Qualche novità sull’uccisione di Elvira Monguzzi, la pensionata di 79 anni trovata cadavere ieri, mercoledì 29 luglio, nel tardo poneriggio nella sua abitazione al civico 4 di Spalto Piodo. In queste ore sono stati interrogati dai carabinieri di Monza, alla presenza del pubblico ministero titolare dell’indagine Vincenzo Nicolini, in qualità di persone informate sui fatti, quattro congiunti della donna, ossia il fratello, la cognata, la sorella della cognata e il marito di quest’ultima. Agli inquirenti, uno dei testimoni avrebbe riferito che dall’abitazione di Spalto Piodo sarebbero spariti dei soldi, circa 300 euro in contanti che la pensionata era abituata a tenere in casa come "riserva" per spese non previste. Circostanza che potrebbe indirizzare le indagini verso la rapina sfociata in tragedia.

Morta in taverna – L’hanno trovata stesa a terra, supina, con indosso una vestaglia da casa, tra un tavolo e una cassapanca della taverna di casa. Una stanza che un tempo, “decenni fa”, dicono i vicini, ospitava la lavanderia gestita dai genitori. Il fratello e un vicino di casa hanno pensato a un infarto e a una caduta contro lo spigolo del mobile (che però è stato trovato pulito, senza alcuna macchia di sangue). Già in serata però, i carabinieri parlavano apertamente di omicidio in relazione alla morte di Elvira Monguzzi. La donna è stata vista viva l’ultima volta verso mezzogiorno di ieri, secondo la testimonianza di un vicino di casa. Il fratello, con il quale sarebbe dovuta partire in vacanza a Limone Piemonte proprio in questi giorni, la avrebbe riaccompagnata prima di pranzo. Poi sei ore di vuoto, fino al ritrovamento del corpo, avvenuto verso le 18, dallo stesso fratello, Emiliano Monguzzi, anch’egli residente a Monza, in via Volta, che, sconvolto e in lacrime, ha chiamato un altro vicino di casa della vittima. L’arrivo dell’ambulanza è stato seguito da quello degli investigatori dell’Arma. Il cranio dell’anziana, una donna dalla corporatura minuta, presentava due ferite profonde, “incompatibili con una caduta”, secondo gli inquirenti ma anche secondo gli stessi operatori sanitari del servizio di emergenza, ma inferte da un corpo contundente, anche se non un’arma da taglio. Il delitto si è consumato nell’ex lavanderia, il resto dell’appartamento era in ordine. Al piano di sopra, la tavola era apparecchiata, ma non era stato consumato il pasto.

Una donna prudente
– Renzo Mantegazza, un vicino di casa, ha descritto la vittima “come una donna molto prudente, che controllava sempre chi era, se qualcuno suonava alla sua porta”. Una circostanza che porta inevitabilmente a pensare che Elvira Monguzzi conoscesse il suo assassino: sarebbe stata lei ad aprire la porta, visto che la stessa non presenta segni di effrazione. Non era però donna con conoscenze molto allargate. Oltre ai vicini della vecchia corte di Spalto Piodo, Elvira aveva frequentazioni con il fratello Emilio, con cui si vedeva anche più volte al giorno e con il quale sembra andasse particolarmente d’accordo. Ci si interroga dunque su chi possa essere entrato in casa, e aver infierito in modo così brutale sulla povera donna. Stando a quanto è "filtrato" nelle ultime ore, l’assassino dovrebbe aver inferito sulla vittima mentre questa sera china sulla cassapanca, che è stata trovata aperta e con sangue all’interno. Poi  ne avrebbe adagiato il corpo sul pavimento.
 
L’autopsia – "Il caso è aperto”, ammettono dalla procura di Monza, dove il sostituto procuratore Nicolini ha aperto un fascicolo per omicidio contro ignoti e ha disposto l’autopsia, che dovrebbe essere eseguita sabato all’ospedale San Gerardo. L’esame necroscopico potrebbe chiarire l’ora del decesso, le cause e anche eventualmente restringere il campo di indagine sull’arma del delitto, che non è stata trovata.
Federico Berni