Monza, panificatori infuriatiper l’apertura domenicale

Monza – “Ma volete farci dormire almeno una notte?!”. Sconcerto, ma anche indignazione, dai panificatori artigiani della Brianza in merito all’ipotesi, scaturita dal tavolo regionale sui temi della panificazione, che vorrebbe estendere apertura e lavoro dei forni anche alla domenica, attività a tutt’oggi vietata, salvo deroghe assolutamente straordinarie.

 “Sembrerebbe che si stia facendo di tutto per smantellare la professione e dar via libera alla grande distribuzione – insorge l’Unione Artigiani della Provincia di Monza e della Brianza per bocca del suo Presidente, Walter Mariani, affiancato dal dirigente di categoria, Stefano Fugazza dell’Unione Artigiani di Milano – Non ci vuol molto a prevedere gli effetti di una sciagurata apertura domenicale della panificazione: fuga dei giovani che lavorano nel settore che si vedrebbero costretti a rinunciare anche all’unica serata libera della settimana e conseguente stangata al ricambio generazionale, perché saranno sempre meno i ragazzi disposti ad avviarsi alla professione a queste condizioni di sacrificio. Per non dire dei costi per straordinari che arriverebbero a gravare ulteriormente sulle oltre 600 aziende di panificazione artigiana di Milano e e di Monza e Brianza e sulle oltre 6.000 che operano in Lombardia. Che senso ha? Non c’è neppure la prospettiva di incrementare le vendite perché oggi chi acquista il pane al sabato lo compra già in quantità doppia. E questo perché sa bene che il pane artigiano, quello vero, quello che l’Unione Artigiani ha deciso di certificare dal novembre scorso con l’iniziativa del marchio “Autentico Pane Artigiano”, può tranquillamente durare più di 48 ore a differenza di quello industriale”.

 “Quanto al fatto di poter almeno riposare per una notte – precisano ancora Mariani e Fugazza – è tutt’altro che una battuta, ma piuttosto un esigenza reale, supportata anche dal rispetto della dignità umana. Ora ci auguriamo, ma anche ci stiamo adoperando, affinchè il buon senso prevalga e che l’ipotesi torni da dove è venuta” .