Monza, mamme e lavoratrici:per le imprese sono un problema

Monza – Domani si festeggiano le donne; eppure, nonostante gli sforzi quotidiani di conciliazione tra casa e lavoro, per metà degli imprenditori lombardi le donne con famiglia risultano essere più “assenteiste” sul posto di lavoro, vale a dire che conciliare lavoro e famiglia “pesa” soprattutto in termini di assenze. E per il 10% delle imprese in Lombardia conciliare la vita domestica con quella lavorativa riduce anche la produttività. Solo il 16% crede che non ci siano ripercussioni sul lavoro se la lavoratrice “tiene famiglia”.

E a venire incontro alle donne che lavorano, attraverso politiche di conciliazione, sono 3 imprese lombarde su 5, che scelgono di concedere il part-time (32,6%) e/o di garantire maggiore flessibilità in termini di orario (35,3%). Mediamente il 35% del personale che lavora nelle pmi lombarde è donna, con punte più alte a Milano (37,4%). È quanto emerge dalla indagine “Conciliazione e lavoro”, realizzata dall’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza, che ha coinvolto circa 400 imprese lombarde. “La sfida su cui si gioca la partita della donna in azienda è quella della conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. Occorre quindi rafforzare le reti informali ed istituzionali a sostegno della famiglia, supportandole inoltre in una gestione del tempo più flessibile – ha dichiarato Mina Pirovano Presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Monza e Brianza – L’indice di occupazione femminile, che si traduce anche in aumento del Pil e della produttività di tutto il sistema economico, può essere rafforzato solo attraverso politiche attente alle esigenze della donna che lavora e che deve conciliare famiglia e azienda.”

I risultati per provincia Sono gli imprenditori di Milano e Monza e Brianza a pensare che conciliare gli impegni lavorativi con quelli della famiglia ha ricadute soprattutto in termini di maggiori assenze e permessi sul posto di lavoro (rispettivamente il 56,8% e il 56,1%). A Bergamo e Varese sono invece gli imprenditori più propensi a credere che non ci siano ripercussioni sul lavoro se la donna che lavora “tiene famiglia”(la pensa così circa 1 imprenditore su 5). Le imprese più women friendly sono a Bergamo e a Brescia, dove rispettivamente il 42,5% ed il 41,9% degli imprenditori è pronto a concedere il part-time per venire incontro alle esigenze delle donne. E sono disposti a concedere orari più flessibili il 47,2% degli imprenditori di Varese, il 37,8% di quelli milanesi e il 36,8% di quelli di Monza e Brianza.