Monza, la paura più grandeè quella della disoccupazione

Monza – Nonostante sentano le conseguenze della crisi nel portafoglio, i lombardi non badano a spese per salute, benessere e palestra: per il 2011, infatti, chi sceglie di risparmiare sul tempo libero riduce in primo luogo il budget destinato a vacanze e cene fuori (rispettivamente 59% e 58%), ma in pochi sono disposti a rinunciare alla salute, al benessere e alla cura del proprio corpo. Complessivamente per far quadrare i conti nel 2011, 1 famiglia lombarda su 5 non ha intenzione di modificare le proprie abitudini di spesa. La maggioranza dei lombardi “taglierà” in primo luogo qualche spesa del tempo libero (54%), quindi ridurrà il budget dedicato a abbigliamento e calzature (45%), per poi risparmiare in elettrodomestici ed elettronica di consumo (29%). Il bilancio “domestico” del 2010 si è chiuso con il 55% delle famiglie lombarde che ha superato l’anno appena terminato con una situazione economica invariata, anche se ci è riuscita stringendo i denti. Per il 21% dei lombardi i conti sono quadrati grazie ai risparmi accumulati in passato, da cui hanno attinto, e solo una piccola percentuale (3%) è ricorsa all’indebitamento per far fronte alle spese incomprimibili. Le famiglie lombarde confermano una scarsa propensione al credito al consumo: si “indebitano” solo per pagare il mutuo sulla casa (19%) e l’acquisto dell’automobile (10%). E pensando al futuro le famiglie lombarde si aspettano una prospettiva meno rosea rispetto al resto dell’Italia: il 30% crede in un peggioramento della propria situazione economica a fronte dell’11% delle famiglie italiane. E i lombardi sono più “disincantati” degli italiani anche per l’economia del sistema Paese: per 9 famiglie lombarde su 10 la ripresa nel 2011 è ancora in stand by. Il lavoro resta la preoccupazione più stringente: 4 famiglie lombarde su 5 si aspettano un aumento della disoccupazione nel corso del 2011, dato più alto rispetto alla media nazionale (67%). Il timore di perdere il posto di lavoro è più contenuto (23%) anche se cresce, rispetto a settembre, chi teme un licenziamento in famiglia per il 2011. Il 77% dei lombardi, infatti, non pensa che qualcuno della propria famiglia possa perdere il lavoro nel 2011, un dato che dimostra un po’ meno tranquillità rispetto al rientro dello scorso settembre quando lo stesso si attestava all’80%. I giovani si confermano più ottimisti sul futuro sia rispetto alla situazione economica dell’Italia che a quella della propria famiglia: ricorrono di più al debito, ma nutrono anche una maggiore fiducia nella possibilità di risparmio nel 2011. Diminuisce la percentuale delle famiglie lombarde che ha avvertito un forte aumento dei prezzi nel 2010, e per il 2011 la maggior parte si aspetta prezzi stabili (27%) o solo in leggero aumento (57%), diversamente dal resto d’Italia. Sono alcuni dei dati che emergono dalle indagini “Famiglie e fiducia. Monza e Brianza, Lombardia, Italia” e “Famiglia e risparmio: la risposta italiana alla crisi. Monza, Lombardia e Italia”, realizzate dall’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Monza e Brianza in collaborazione con DigiCamere.

I risultati della indagine per provincia Le famiglie di Monza e Brianza guardano con ottimismo alla situazione economica dell’Italia: più della metà delle famiglie pensa che l’economia italiana nel 2011 migliorerà o resterà invariata Le famiglie milanesi temono una ripresa dell’inflazione nel 2011 (66% contro il 40% del 2010, anno in cui hanno avvertito un aumento molto contenuto dei prezzi) e un aumento del numero dei disoccupati (83% delle famiglie). A Bergamo il 63% delle famiglie crede che la situazione economica dell’Italia peggiorerà nel 2011 e che aumenterà anche il numero dei disoccupati (80%). Il 14% delle famiglie bresciane si aspetta un miglioramento della situazione economica lombarda, a fronte del dato regionale pari al 11%. Le famiglie di Varese guardano con ottimismo rispetto al mercato del lavoro: il 30% ritiene che il numero di disoccupati diminuirà o resterà invariato. Più ottimismo per quanto concerne l’occupazione si registra a Brescia e Milano dove, rispettivamente, il 22% ed il 23% delle famiglie crede, o teme, che qualcuno della propria famiglia possa perdere il posto di lavoro. Monza e Varese in linea con la media lombarda.