Monza: Katiarredamenti,chiesti i domiciliari

La revoca della custodia in carcere, o almeno gli arresti domiciliari. E' quanto chiesto da Caterina Asaro e il marito Franco Grosso, proprietari del marchio Katiarredamenti, arrestati con l'accusa di bancarotta fraudolenta dopo il fallimento di due società del gruppo.
Crac Katiarredamenti, patteggia3 anni e 4 mesi la sciura Maria

Monza – La revoca della custodia in carcere, o almeno gli arresti domiciliari nella loro casa di Calò, dove i militari della Guardia di Finanza sono andati a prelevarli mercoledì. E’ quanto chiesto da Caterina Asaro e il marito Franco Grosso, proprietari del marchio Katiarredamenti, arrestati con l’accusa di bancarotta fraudolenta dopo il fallimento di due società del gruppo. La richiesta è stata avanzata ieri mattina durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip Giovanni Gerosa, dall’avvocato monzese Luigi Peronetti, difensore di Grosso e della Asaro, famosa al pubblico delle telepromozioni come la “Sciura Maria”. I due hanno risposto alle domande del magistrato, sostenendo di aver operato, in questi anni, per cercare di salvare l’azienda, e non certo per farla fallire. A supporto della loro tesi, hanno riferito di aver anche provveduto ad un’iniezione di liquidità, ma che alla fine il salvataggio non è riuscito, dopo aver fallito la vendita degli immobili. Avrebebro dunque fatto tutto il possibile per cercare di salvare dal fallimento le società Il Mattone e la D.W. & Company, proprietari dei capannoni che ospitano i punti vendita. Ora il gip, ha tempo cinque giorni dalla richiesta di attenuazione della misura cautelare (giustificata dal tribunale col pericolo di reiterazione del reato) per decidere sull’eventuale scarcerazione. Secondo i reati ipotizzati dagli inquirenti, invece, la Asaro e Grosso avrebbero di fatto “svuotato” il patrimonio delle due società, per un totale di circa quattro milioni di euro, attraverso l’esecuzione di operazioni commerciali verso altre società, riconducibili sempre ai due imprenditori, coinvolti nell’inchiesta assieme ad altre persone attualmente indagate a piede libero. In particolare, la distrazione di beni delle due società, sarebbe avvenuta dietro al “paravento” fornito da operazioni quali la cessione di merci, oppure la cessione di quote, o di interi rami di azienda. Oltre ai provvedimenti restrittivi, l’autorità giudiziaria monzese ha disposto, a garanzia dei creditori, anche il sequestro preventivo della società “Immobilcasa srl”, che attualmente figura essere la proprietaria del celebre marchio Katiarredamenti,

Federico Berni