Monza, il benzinaio assassinatoIl delitto ripreso dalle telecamere

Monza, il benzinaio assassinatoIl delitto ripreso dalle telecamere

Monza – Ore 14.30 di lunedì. Le telecamere a circuito chiuso dell’Armeria Arrighi di Como riprendono due uomini. Parlottano assieme, vanno sul retro prima di infilarsi nel laboratorio del negozio, dove le telecamere non ci sono. Alcuni minuti ed eccoli ricomparire: sono uno di fronte all’altro. Parlano ancora, ma non c’è audio e non si sente cosa dicono. Poi uno di loro, capelli biondi, si volta come per andarsene. L’altro, calvo, alza il braccio destro e gli spara alla nuca. Sta tutta in quegli istanti la scintilla che ha fatto esplodere l’ira di Alberto Arrighi: ma cosa si sono detti i due? Ecco come ha ricostruito quegli istanti, davanti al magistrato, l’armaiolo comasco Alberto Arrighi, 40 anni, ora in cella per l’omicidio volontario di Giacomo Brambilla, 42 anni, proprietario di nove distributori di benzina tra il Comasco, Varese e la Brianza, uno, catena Agip, a Monza, in viale Lombardia: «Stavamo perlando del prestito di 90mila euro. Lui mi propone di rilevare la mia casa di via Luini. A questo punto gli chiedo: “Ma ti rendi conto? Così rovini anche mia moglie e le mie figlie”. Brambilla ha risposto: “Bello, a me di tua moglie e delle tue figlie non mi frega”. Non ci ho visto più: ho preso una pistola per il tiro a segno che avevo appena pulito e gli ho sparato».

Il primo proiettile ha colpito Brambilla alla nuca. Poi uno secondo sparo, sempre con la Ruger calibro 22 che Arrighi aveva appena ripulito. Quindi l’armaiolo di via Garibaldi gira il corpo e inizia a colpire la sua vittima al volto, con il calcio della pistola. Le immagini mostrano poi Arrighi prendere la pistola che Brambilla, che girava armato, aveva sul fianco e usarla per sparargli il colpo di grazia, alla fronte. La polizia ha sequestrato tre armi: la calibro 22, la 40 di Brambilla e la 45 personale dell’omicida.
In più, nella pizzeria Conca d’Oro di Senna Comasco, dove Arrighi ha cercato di sbarazzarsi della testa di Brambilla dopo averlo decapitato, è stata rinvenuta una borsa contenente 100mila euro in contanti, che Brambilla aveva lasciato in custodia nella cassaforte dell’Arrighi giorni prima. E’ proprio sui soldi che ora si concentrano le attenzioni degli inquirenti, che stanno indagando sull’omicidio. Intanto per Arrighi, perito balistico per il tribunale e le forze di polizia, ha trascorso la sua seconda notta in cella, al Bassone. Il pm Antonio Nalesso gli contesta i reati di omicidio volontario e distruzione di cadavere.