Monza, Garofalo sciolta nell’acido:6 ordinanze di custodia cautelare

Monza, Garofalo sciolta nell’acido:6 ordinanze di custodia cautelare

Monza – I carabinieri hanno eseguito nella notte sei ordinanze di custodia cautelare in carcere, a vario titolo, per il sequestro, l’omicidio e la distruzione del cadavere di Lea Garofalo, la 35enne ex collaboratrice di giustizia scomparsa a Milano circa un anno fa. Secondo gli inquirenti, infatti, la donna sarebbe stata assassinata e il suo corpo sciolto nell’acido in un terreno di San Fruttuoso, nei pressi del cimitero, per punirla per la sua collaborazione con i magistrati.

I provvedimenti sono stati richiesti dal procuratore aggiunto di Milano Alberto Nobili e dai pm Marcello Tatangelo e Letizia Mannella, e disposti dal gip milanese Giuseppe Gennari. Le persone raggiunte dall’ordinanza sono l’ex convivente e padre della figlia della Garofalo, Carlo Cosco, e Massimo Sabatino, entrambi già in carcere con l’accusa di tentato sequestro di persona, per aver tentato di rapire la donna nel maggio 2009 a Campobasso. Altre due persone sono state arrestati a Milano, in zona via Montello, e altre due a Petilia Policastro (Crotone). Tutti presunti appartenenti a un clan della ‘ndrangheta.

Secondo quanto riferiscono gli investigatori, l’omicidio della 35enne sarebbe stata una vera e propria esecuzione mafiosa, compiuto in una casupola che sorge tra i prati del quartiere di Monza dopo che la donna era stata prelevata dall’ex convivente nella sua casa di Milano. Portata nel capanno sarebbe stata “interrogata” in merito alla sua collaborazione con i magistrati iniziata nel 2002, e poi uccisa, probabilmente a colpi di pistola. Infine il cadavere sarebbe stato sciolto nell’acido per fare sparire ogni traccia, come accadde con quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio del collaboratore Santino, assassinato nel 1996 dai corleonesi al termine di un sequestro di tre anni.

A Milano i carabinieri del Nucleo investigativo hanno arrestato i pregiudicati Giuseppe “Smith” Cosco e Vito Cosco, mentre a Petilia Policastro, le manette sono scattate ai polsi di Rosario Curcio e Carmine Venturino. Sarebbero tutti parenti e conoscenti di Carlo Cosco, l’ex compagno della Garofalo.