Monza, furibonda lite nella notteCondannato, la pena è sospesa

I carabinieri sono dovuti intervenire in piazza Cambiaghi, nel centro di Monza, per sedare una lite che ha visto coinvolti un ragazzo di Giussano e alcuni coetanei monzesi. Il giussanese ha cercato anche di colpire i militari.
Monza, furibonda lite nella notteCondannato, la pena è sospesa

Monza/Giussano – Uno sguardo di troppo ad una ragazza, l’alcol che scorreva a fiumi, e la serata finisce in rissa. Venerdì sera agitato per due gruppi di ragazzi brianzoli, affrontatisi a suon di insulti e botte in area Cambiaghi. Lo scontro è stato sedato solamente dopo l’arrivo di una pattuglia del nucleo operativo radiomobile dei carabinieri, che hanno arrestato il 25enne Mirko Borrello, operaio residente a Giussano con piccoli precedenti a carico, condannato a quattro mesi. Il giovane aveva trascorso la serata in compagnia di alcuni amici in un locale del centro. Lì sono nate le prime tensioni con una comitiva di ragazzi monzesi, scaturite sembra da un complimento di troppo rivolto ad una amica del gruppo. I due gruppi, tre ragazzi di Giussano, quattro di Monza, tutti di età compresa tra i 20 ed i 27 anni, si sono poi incontrati nuovamente in piazza Cambiaghi, verso l’una e venticinque; tutti, sembra, con una buona dose di alcol in corpo. Il centralino del 112 (il numero della centrale operativa dei carabinieri) è stato assediato di telefonate da parte dei residenti della zona e di alcuni testimoni, attirati dalle urla dei contendenti. Secondo quanto riferito dai testimoni ai militari, i due venuti alle mani erano Borrello, contro uno dei monzesi. Il giussanese era particolarmente su di giri. Talmente aggressivo, che ha cercato di sfuggire al controllo dei carabinieri, provando addirittura a colpirli con calci e pugni, senza però riuscirvi. Una volta bloccato, il venticinquenne è stato portato in caserma per l’identificazione, e arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale. Smaltita la sbornia in camera di scurezza, sabato a mattina è stato processato per direttissima al palazzo di giustizia di piazza Garibaldi, dove il giudice, dopo aver convalidato l’arresto, lo ha condannato alla pena finale di quattro mesi, riconoscendogli il beneficio della sospensione condizionale della pena.
f. ber.