Monza, falso Kandinskijda tre milioni di euro

Un Kandinski falsificato cos bene che gli esperti del centro Pompidou di Parigi ci hanno messo due mesi per certificare che si tratta di un'opera contraffatta. Era stato proposto a un imprenditore, che per ha pensato bene di chiedere consiglio ai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza.

Monza – Un Kandinski falsificato cos bene che gli esperti del centro Pompidou di Parigi lo hanno dovuto studiare due mesi per certificare che si tratta di un’opera contraffatta. Il quadro era stato proposto a un imprenditore milanese che per ha pensato bene, prima di procedere all’acquisto, di chiedere consiglio ai carabinieri del nucleo Tutela patrimonio culturale di Monza, guidati dal capitano Andrea Ilari. Dalle indagini dell’Arma emerso un intrigo internazionale: la tela, prima di arrivare in Italia passata da Israele, Russia e Germania, Paesi in cui una serie di trafficanti hanno cercato di accreditare la veridicit dell’opera per poi piazzarla a Milano alla modica cifra di tre milioni di euro. Una vicenda che ha portato guai giudiziari a otto persone, tre italiani e cinque stranieri (tra cui tedeschi e un israeliano gi noto alle forze dell’ordine del suo Paese) denunciati dai carabinieri per la contraffazione del dipinto. Il recupero dell’opera solo uno dei tanti effettuati l’anno scorso dal Tpc monzese, la cui giurisdizione si estende su tutta la Lombardia. Sono tornati ai legittimi proprietari un Boldini sparito a Pistoia nel 1977, due dipinti del maestro Giacomo Francesco Cipper, un albarello in maiolica rubato al museo Mozzi Bardini di Firenze nel 1976, oltre che dipinti di De Pisis, due spade cinesi di cui la Repubblica popolare cinese ha gi chiesto l’archiviazione e 67 beni antiquariali. Una mole di sequestri di tutto rispetto, anche dal punto di vista economico: quasi 6 milioni di euro il valore dei beni archivistici, pi di 10 milioni e mezzo, invece, per i beni contraffatti e falsificati. Il 2010 del Nucleo fa segnare un aumento dei furti (135, 29 in pi rispetto al 2009), messi a segno soprattutto in chiese di campagna e da privati, ma anche una crescita dei controlli delle case e dei mercati antiquariali, delle case d’asta, delle fiere e delle aree di pregio dal punto di vista paesaggistico per verificare il rispetto delle procedure di edificazione. La Lombardia si conferma un territorio ponte per il traffico internazionale di opere d’arte. Uno snodo che attrae l’attenzione anche della criminalit organizzata, anche se fino ad ora la ‘ndrangheta non si ancora dedicata in grande stile al business dell’arte.
Paolo Rossetti