Monza, facevano prostituire i figliCoppia di rumeni finisce in cella

Madre e il suo compagno facevano prostituire i figli della donna, a notte. Gli stessi ragazzi che, di giorno, erano costretti dai due a rubare nei supermercati. Alle prime luci dell'alba, i carabinieri hanno arrestato una coppia di rumeni.
Monza, facevano prostituire i figliCoppia di rumeni finisce in cella

Monza – L’appuntamento avveniva in un parcheggio del quartiere Bettola, al confine con Cinisello Balsamo. Da una parte, in macchina, il cliente, italiano, in media sopra i quarant’anni, di buona posizione sociale. Dall’altra una madre e il suo compagno, che facevano prostituire i figli della donna. Gli stessi ragazzi che, di giorno, erano costretti dai due a rubare nei supermercati. Non c’è limite allo squallore legato al traffico di esseri umani scoperto dai carabinieri con l’operazione Fata: poco meno di un centinaio di arresti messi a segno dai militari del nucleo operativo e radiomobile da giugno dell’anno scorso. Gli ultimi sviluppi dell’indagine, che ha permesso di stroncare un’ignobile tratta di donne e minorenni tra la Romania e la Brianza, risalgono a oggi, quando, alle prime luci del giorno, i carabinieri hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di Florian Hanzu, 37 anni, e Isabela Mihaela Moisescu, 36, entrambi rumeni. All’arresto si è arrivati dopo mesi di indagini condotte dai carabinieri monzesi, in collaborazione con gli agenti della polizia locale di Milano. Sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, con l’aggravante del vincolo di parentela, l’accusa contestata dalla procura distrettuale di Milano ai due stranieri. La vicenda che vede coinvolti come vittime i due figli della donna (un ragazzo di 16 anni e uno di 20), rappresenta l’anello di congiunzione tra i due tronconi principali in cui si è divisa l’indagine. I due giovani erano venduti dalla loro stessa madre su appuntamento telefonico per prestazioni di natura sessuale durante la notte. La stessa sorte che toccava alle donne oggetto della tratta venuta alla luce l’estate scorsa. Giovani rumene messe in strada tra Monza e Milano; “gestite” sostanzialmente da due clan familiari rumeni, che agivano con modalità simili a quelle della malavita organizzata italiana. L’unica differenza è che i due ragazzi non esercitavano sul marciapiede. Gli stessi ragazzi, di giorno, si trasformavano in manovalanza criminale per commettere furti tra le corsie dei supermercati di Monza e dell’hinterland milanese. Il medesimo scenario emerso in autunno, quando altri adolescenti rumeni venivano reclutati nel loro paese e portati in Italia per rubare bottiglie di liquori e superalcolici. Aspetto comune ai due tronconi di indagine è che in molti casi gli adolescenti, ospiti in un orfanatrofio di Galati, in Romania, venivano fatti oggetto di veri e propri rapimenti nella struttura che li ospitava da parte dei malviventi. L’operazione Fata, ha fatto emergere anche il ruolo di alcune donne, che dopo un periodo trascorso in strada, assumevano il rango di sfruttatrici, con il compito di controllare interi tratti di strada.
Federico Berni