Monza, dal San Gerardo al LazioSpata subcommissario alla sanità

Monza, dal San Gerardo al LazioSpata subcommissario alla sanità

Monza – «Abbiamo un nuovo subcommissario alla sanità, Giuseppe Antonio Spata». Ovvero: l’ex direttore generale dell’azienda ospedaliera San Gerardo di Monza e prima ancora direttore di quella di Vimercate e Desio. Una nuova missione per il manager della sanità di lungo corso che ha dedicato gran parte della sua vita alla gestione di strutture ospedaliere, a partire da quella di Sesto San Giovanni. Alla fine di dicembre, quando la Regione Lombardia non l’aveva confermato a Monza né in altre strutture lombarde, un po’ aveva masticato amaro: lasciare dopo tre anni il San Gerardo, uno dei più importanti centri lombardi, non l’aveva lasciato indifferente.

Tanto più che la causa principale della sua mancata riconferma era soprattutto una questione anagrafica: il suo essere over 70, data limite – più per gentlemen’s agreement che per regole scritte – per un posto da manager nelle strutture pubbliche. Ma i posti da direttore generale non erano aumentati e la Lega premeva sul Pdl per avere più spazio: chiunque era sacrificabile, è stato sacrificato. Gli sono bastati due mesi per aver un nuovo incarico: da oggi, 3 marzo, si è guadagnato il ruolo di subcommissario per la sanità del Lazio. Un ruolo importante. E tutt’altro che facile.

«Il Lazio ha rappresentato una pagina importante della storia sanità italiana – dice Spata il giorno dell’ufficializzazione della nomina, ancora a Monza per un ultimo saluto allo staff del San Gerardo – Ci sono problemi di disavanzo che vanno governati. Ma è sicuramente ancora una sanità di buon livello. Uscendo dalle difficoltà economiche può tornare di nuovo un’eccellenza italiana». Ma non sarà un guaio? «A me i compiti difficili motivano di più. Le cose semplici, mah. Nel ’91 ho preso l’ospedale di Sesto San Giovanni che chiudeva, in tre anni è diventato importante. Ne ho fatto un’azienda efficiente. E credo di avere fatto bene anche a Vimercate e Monza. È un mese che studio la situazione: non ho ricette miracolose, ma farò del mio meglio. Da lunedì mi calerò con grande entusiasmo nel nuovo incarico». Trasferimento compreso: l’ex direttore della sanità lombarda prende casa a Roma. «Mi trasferisco. Mi piace essere sempre presente e chi ha lavorato con me lo sa bene. Non potrebbe essere diversamente».