Monza, contro il negozio del fumopiù di 200 firme. Ira del Comune

Monza – Hanno già raggiunto quota duecento le firme raccolte dalle mamme dei ragazzi della scuola di via Pesa del lino, contro il negozio per fumatori Inferno Giallo di via Bergamo. Una vera e propria crociata, quella portata avanti dai genitori, preoccupati che una simile attività commerciale, a pochi metri dalla scuola frequentata dai loro figli, possa «indurre al consumo di sostanze stupefacenti», come hanno dichiarato anche durante l’incontro che hanno chiesto e ottenuto la scorsa settimana con l’assessore al Commercio, Paolo Gargantini.

«Non intendiamo fermarci qui – ha continuato una delle mamme firmatarie della petizione -. Il prossimo passo sarà coinvolgere anche le famiglie dei ragazzi che frequentano le scuole intorno a via Bergamo: l’istituto Olivetti, la media Raiberti, ma anche l’oratorio San Gerardo, il centro sportivo Nei e la palestra Mirtillo. Insieme continueremo a far sentire la nostra voce, fino a quando quel negozio non avrà chiuso definitivamente». Il gruppo di agguerriti genitori non si è limitato solo alla raccolta delle firme. Dopo aver chiesto un incontro con l’assessore Gargantini, ha già avvisato anche la Guardia di Finanza incaricata, anche su indicazione dell’amministrazione, di accertarsi della regolarità del locale, ma non solo.

«Se questo non dovesse bastare interpelleremo anche l’Asl, perché faccia gli opportuni controlli». Una battaglia che è solo alle battute iniziali e che si preannuncia di fuoco. Intanto anche da Palazzo cominciano ad arrivare prese di posizioni ufficiali. «Saremo determinati affinchè le autorità competenti verifichino le attività del negozio di via Bergamo» Marco Meloro, in qualità di vice sindaco e vice coordinatore provinciale del Pdl, traccia la linea politica di partito nei confronti dell’attività commerciale che ha suscitato polemiche nel quartiere. «Il negozio ha richiesto tutte le autorizzazioni del caso – chiarisce Meloro – ma considerato gli articoli che vende, si presta ad una possibile attività di proselitismo in materia di droghe». Ci sono anche dei provvedimenti giudiziari che potrebbero essere applicati anche a questo tipo di attività, secondo il vicesindaco monzese: «Una sentenza della Corte di Cassazione del 2009 ha dimostrato, in un caso specifico, la sussistenza del reato di istigazione all’uso illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope, mi sembra evidente che questa attività possa rientrare in questa fattispecie».

Secondo Marco Meloro la presenza di un’attività del genere può persino vanificare il lavoro svolto dall’amministrazione comunale in via Bergamo: «Abbiamo fatto degli sforzi per riqualificare via Bergamo, trovarsi, poi, un negozio del genere è una sconfitta per il nostro lavoro nei confronti della città e la mia è una posizione condivisa da tutta la giunta comunale». Andrea Trentini
Sarah Valtolina