Monza, Cavalleria rusticanatra circoscrizione e Olivetti

Monza – Non poteva finire peggio il primo faccia a faccia tra il presidente della circoscrizione Uno, Massimiliano Longo, e il dirigente scolastico dell’istituto Olivetti Fernando D’Alfonso. Un incontro decisamente acceso, finito a male parole, tra insulti e minacce, stando al racconto riferito da Longo. «Qualche giorno fa sono stato chiamato nella sede di via Lecco da uno degli insegnanti dei nostri corsi, per un problema – racconta il presidente della Uno -. Ho lasciato la macchina temporaneamente davanti al cancello per entrare e vedere quale fosse il problema. Sono salito al primo piano e mentre ero all’interno della sede ho sentito la campanella dell’Olivetti che segnava la fine delle lezioni del serale. Pochi istanti dopo ho avvertito molto chiaramente che alcune persone al piano di sotto stavano prendendo a spallate la porta di ingresso per tentare di entrare. Sono immediatamente sceso per vedere cosa stesse succedendo e mi sono trovato davanti il preside dell’Olivetti insieme a quattro insegnanti».

È a quel punto che la situazione si è infiammata. «Sono stato insultato dal dirigente sia sul piano personale sia su quello politico – continua Longo -. Mentre mi urlava contro agitava le mani e pochi centimetri dalla mia faccia. Una situazione davvero incredibile e gravissima, tanto che ho voluto io stesso chiamare immediatamente le forze dell’ordine per denunciare quanto accaduto». Un racconto che non collima con quanto riferito dall’altro protagonista della vicenda, che premette.

«La prepotenza non fa parte della mia cultura, e parcheggiare un’auto davanti a un cancello per impedire a chi sta dentro di uscire è un grave e insopportabile atto di prepotenza. Non c’è stata alcuna aggressione – replica il professor D’Alfonso – nessuno lo ha minacciato, ne’ io ne’ i miei insegnanti. I vigili? siamo stati noi stessi a chiamarli per far rimuovere la macchina. Se ci fosse stato davvero un problema all’interno della sede della circoscrizione il presidente avrebbe potuto, come sempre, suonare alla bidella che gli avrebbe aperto il cancello. Noi non abbiamo preso a spallate la porta, ma semplicemente spinto la porta di ingresso per entrare, dal momento che dal cortile non riuscivamo a metterci in contatto con Longo che si trovava al piano superiore».

La faccenda è solo l’ultimo capitolo di un crescendo di tensioni tra i due, causati dall’utilizzo del cortile interno della scuola da parte del presidente, dei consiglieri e dei dipendenti della biblioteca. «Sto valutando l’ipotesi di una querela », aggiunge Longo.