Monza, caso Talice in ConsiglioI leghisti vogliono la sostituzione

Monza, caso Talice in ConsiglioI leghisti vogliono la sostituzione

Monza – L’autosospensione dalla giunta provinciale di Luca Talice rischia di creare parecchi imbarazzi alla maggioranza di centrodestra. L’assessore accusato di violenza sessuale ha consegnato le deleghe al presidente Dario Allevi, non parteciperà alle attività istituzionali, non entrerà negli uffici, non percepirà l’indennità di funzione in attesa di far luce sulla vicenda. Il tutto, però, senza dimettersi prima di sapere se potrà riprendere il suo posto. «Sappiamo che a livello giuridico l’autosospensione non esiste – ha ammesso giovedì in consiglio provinciale Allevi – mi auguro che di fronte a una questione così delicata che tocca la sfera personale, nessuno faccia speculazioni politiche e mi aspetto che i magistrati e gli avvocati facciano presto chiarezza su questa torbida vicenda che ci è capitata in testa come una tegola». «Ho concordato con Talice la strada da seguire – ha precisato – l’assessore ha fatto un passo indietro per rispetto delle istituzioni che ha amministrato con noi e per avere maggiore libertà di difendersi da accuse infamanti».
Piega surreale – Dopo la sua comunicazione la seduta ha assunto una piega quasi surreale: il presidente di turno Attilio Gavazzi ha proibito a tutti di «entrare nel merito di quel che accade in Provincia». «Quando vengono alla luce cose così brutte – ha affermato il capogruppo del Pd Domenico Guerriero – si possono tenere due atteggiamenti. C’è chi evoca il caso Marrazzo e chi, come abbiamo fatto noi, chiede un passo indietro per preservare le istituzioni e per consentire ai singoli di difendersi». Poi, appena ha invitato il centrodestra a una riflessione su «una giunta nata sotto una cattiva stella» Gavazzi ha interrotto la seduta. Il dibattito, dopo una lunga sospensione, è proseguito a porte chiuse. La discussione in realtà si è protratta per pochissimi minuti. Non avrebbe nemmeno dovuto cominciare secondo Massimo Vergani della lista Ponti e il finiano Marco Monguzzi che ha commentato: «Parlare tra noi avrebbe solo alimentato la tensione e la fantasia su elementi che non abbiamo. Per noi il caso si è chiuso con le parole di Allevi». Sebastiano La Verde avrebbe invece voluto proseguire il confronto, ma a porte aperte: «Non mi è piaciuta l’idea di escludere il pubblico – ha detto – dato che il padano è il secondo assessore ad avere problemi seri il presidente dovrebbe trarre le conseguenze, come fanno gli allenatori quando le squadre non funzionano». «A teatro chiuso gli attori sono scappati» ha ironizzato il capogruppo leghista Stefano Tagliabue mentre Guerriero ha precisato: «L’autosospensione può andare bene per qualche giorno, ma bisogna capire come affrontare la questione dato che si tratta di una forzatura giuridica. Se il percorso non risulterà legittimo bisognerà intervenire. In ogni caso, secondo noi, otto assessori sono sufficienti per la Brianza, come abbiamo scritto nel nostro programma elettorale».
I leghisti vogliono la sostituzione immediata – Intanto tra i leghisti c’è chi chiede la sostituzione immediata di Talice: «Umanamente sono vicino al dramma dei tre ragazzi – afferma il senatore Cesarino Monti – la delega alla sicurezza, però, è importante. Non può rimanere in sospeso per mesi». «Non mettiamo il carro davanti ai buoi» invita la capogruppo del Pdl Eleonora Frigerio ma altri padani ricordano che «Allevi può fare quel che vuole delle deleghe del Pdl, non di quelle del Carroccio». «Talice è stato accusato di un reato ignobile – dice il segretario provinciale del Psi Roberto Vertemati – ma per noi rimane innocente fino al giudizio finale. Il garantismo non è solo un valore di civiltà, di democrazia e di rispetto per le persone, ma è una delle idee fondanti del riformismo». Forza Nuova annuncia per oggi all’Arengario un’iniziativa sulla vicenda.
Monica Bonalumi