Monza, cadde da bici e morComune deve risarcire famiglia

Monza – Mor dopo sei mesi di patimenti e ricoveri, a causa di una buca in strada all’angolo tra le vie Milazzo e Medici, nel quartiere San Biagio. A parziale risarcimento di quel dramma, ora, per la figlia e la moglie di un pensionato ottantenne, deceduto il 9 dicembre di tre anni fa, arrivata la pronuncia del tribunale civile, che ha condannato il Comune a pagare la somma complessiva di 135mila euro pi intressi. L’incidente costato la vita al monzese risale al 6 luglio 2007, quando l’uomo, in bicicletta, stava percorrendo via Medici lungo il margine destro della carreggiata. Giunto in prossimit dell’incrocio con via Milazzo, all’altezza del civico 11, aveva perso l’equilibrio ed era caduto violentemente al suolo per colpa di una serie di avvallamenti e buche nel manto stradale. A seguito della caduta aveva riportato un forte trauma cranico, con fratture dello zigomo e della mandibola. Soccorso da un automobilista di passaggio, l’uomo, che viveva a pochi metri di distanza dal luogo dell’incidente, aveva atteso, seduto sul ciglio della strada, sanguinante, l’arrivo dell’autoambulanza, che lo aveva portato all’ospedale San Gerardo.
Da l un calvario. Il primo ricovero termin solo due mesi e mezzo pi tardi. Un lasso di tempo in cui il quadro neurologico dell’anziano peggior visibilmente a causa dell’ematoma formatosi dopo il colpo sull’asfalto. Le sue condizioni, anche dopo essere stato dimesso, non migliorarono affatto. Si rese necessario, anzi, un nuovo ricovero, prima al polo riabilitativo geriatrico di Cinisello Balsamo, poi all’ospedale Bassini, dove sopravvenne il decesso per una polmonite. Secondo quanto accertato da un consulente nominato dal giudice Serena Sommariva, esiste il nesso di causalit tra le lesioni neurologiche riportate nella caduta del 6 luglio e la morte dell’ottantenne.
Pacifica anche, per il magistrato, la responsabilit del Comune. Questo per la presenza del manto stradale gravemente dissestato, come rilevarono i vigili all’epoca: da considerarsi la causa della perdita del controllo della bici, e della conseguente rovinosa caduta al suolo. Prevalente, per, il concorso di colpa del pensionato che, con l’uso dell’ordinaria diligenza, avrebbe potuto evitare le buche, che erano frequenti e ben visibili a occhio nudo, considerando anche che l’incidente avvenuto in una mattina estiva e soleggiata. Bastava frenare, o rallentare, sostiene il magistrato nella sentenza. L’incidente, alla fine, dunque da imputarsi nella misura del 70% alla condotta dell’anziano ciclista e del rimanente 30% alle mancanze del Comune.
Federico Berni