Monza, apre un finanziamentocon assegno rubato: arrestato

Voleva aprire un finanziamento con un assegno rubato e documenti falsi. Impresa fallita, per il napoletano Giuseppe Paparo, napoletano, 55 anni e una dozzina di pagine di precedenti penali, arrestato con le accuse di riciclaggio, truffa, sostituzione di persona e possesso di documenti falsi.
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Monza – Voleva aprire un finanziamento con un assegno rubato e documenti falsi. Impresa fallita, per il napoletano Giuseppe Paparo, napoletano, 55 anni e una dozzina di pagine di precedenti penali. L’uomo è stato arrestato con le pesanti accuse di riciclaggio, truffa, sostituzione di persona e possesso di documenti falsi. I carabinieri della Compagnia di Monza, nell’ambito di un servizio di controllo straordinario del territorio che ha portato a effettuare otto arresti e sei denunce a piede libero tra lo scorso week end e l’inizio della settimana, lo hanno catturato in un centro commerciale della città, dove alcuni responsabili di una società finanziaria avevano allestito un banco promozionale. Il pregiudicato, residente a Casalnuovo di Napoli, si era rivolto agli addetti con l’intenzione di accedere a un finanziamento di qualche migliaio di euro. Ha consegnato come caparra un assegno di 500 euro. Titolo che, dopo qualche controllo effettuato dai promotori finanziari, è risultato essere inserito nella lista degli assegni rubati. Il resto lo hanno fatto i militari, che lo hanno portato in caserma per accertamenti e arrestato.

Il napoletano è finito in manette con la stessa accusa contestata all’ivoriano Adou Ouattara, 29 anni, residente in provincia di Brescia, sorpreso mentre cercava di ottenere un finanziamento in un altro ipermercato di Monza dopo aver esibito una carta di identità falsa.

Sono invece di natura sentimentale, e non economica, le vicende che hanno messo nei guai Massimo S., 42 anni, monzese, finito in manette con l’accusa di stalking. I carabinieri l’hanno arrestato a Triante, sulle scale del condominio in cui vive la sua ex compagna di 39 anni. Secondo quanto riferito da quest’ultima, l’uomo la pedinava ormai da diverse settimane, tempestandola di telefonate e di messaggi.

Donne vittime di persecuzioni, ma anche protagoniste di una lunga scia di furti. È il caso di Sofia R., 26 anni, nomade, raggiunta da un ordine di carcerazione emesso dalla procura minorile del tribunale di Venezia Mestre, per una condanna a tre anni di reclusione ancora da scontare. La donna, che si trovava in Brianza per un presunto matrimonio fra nomadi, aveva compiuti diversi furti in casa in tutto il Veneto.
Federico Berni