Maxi operazione anti pedofiliaCon «Rescue» indagini a Monza

Sono arrivate anche a Monza le indagini della polizia postale di Catania, e coordinate dall'Europol, dell'operazione «Rescue», la più grande mai attivata contro la rete internazionale di pedofili.
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Monza – C’è anche Monza tra le quattordici città italiane perquisite nella vasta operazione anti pedofilia scattata a metà settimana. Lo riferisce l’agenzia giornalistica Agi. La polizia postale di Catania, coordinata dalla procura distrettuale, ha fatto luce su un complesso giro di pedofilia online (oltre 70mila iscritti in tutto il mondo), grazie ad un’indagine che ha riguardato 14 Paesi tra l’Europa e gli Stati Uniti (in particolare l’indagine è arrivata in Australia, Belgio, Canada, Grecia, Islanda, Italia, Olanda, Nuova Zelanda, Polonia, Romania, Spagna, Svizzera, Regno Unito), portando all’arresto di 184 persone e coinvolgendone, come indagati, quasi 700. Ben 230 i bambini vittime di abusi sessuali identificati.

L’operazione, denominata “Rescue”, è la più vasta mai realizzata in questo ambito, ed riguardato più di duecento episodi di violenze ai danni di minori. Una ventina, distribuiti in 14 città in tutta la penisola (oltre a Monza, indagini sono state disposte anche a Bari, Bergamo, Como, Cuneo, L’Aquila, Milano, Napoli, Reggio Calabria, Reggio Emilia, Torino, Varese, Venezia e Udine),  gli italiani coinvolti, ritenuti responsabili di divulgazione di materiale pedopornografico e di apologia di delitto; per uno di loro sono scattate le manette con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico.

La rete di pedofili era in contatto grazie ad un sito internet olandese, attraverso il quale era possibile condividere i files. Come riferito dai magistrati il portale, oscurato dalla polizia postale, diffondeva contenuti relativi al «pensiero ideologico» pedofilo, giustificando gli abusi sui minori e arrivando a promuovere persino la “Giornata dell’orgoglio pedofilo”. La maggior parte degli indagati, sempre secondo l’Agi, ha confermato di essere utente registrato di siti pedofili: tra questi impiegati, professionisti, studenti, un pensionato, un seminarista, un allenatore di basket per bambini. La loro età media è di 30 anni.

Le indagini della polizia postale di Catania erano scattate dopo la segnalazione dell’associazione Meter di don Di Noto, che con una nota ha sottolineato: «E’ finalmente scattata la prima operazione internazionale contro i ‘pedofili culturali’, le loro reti, i loro traffici e abusi su minori – scrive Meter -. L’operazione di oggi è la dimostrazione che quando Meter e don Di Noto hanno denunciato reti di lobby pedofile di finti ‘intellettuali’ hanno visto giusto».