Marciacaratesi a segno:conquistato il Kilimangiaro

Marciacaratesi a segno:conquistato il Kilimangiaro

Carate – Missione Kilimangiaro: compiuta. Ce l’hanno fatta a raggiungere il tetto del continente nero i quattro podisti brianzoli che lo scorso lunedì erano partiti per l’Africa. Smaltita la stanchezza per l’impresa che solo il 60 per cento dei temerari scalatori riesce a portare a termine, resta la soddisfazione per avercela fatta e i ricordi di una scalata mozzafiato che «tutti gli amanti dello sport dovrebbero fare almeno una volta», dice Mario Villa, 51enne monzese. Con lui, in cima al più grande vulcano spento del mondo, a 5.895 metri d’ altezza, c’erano la moglie Elena Ferrari, il fratello Roberto, 50 anni di Brugherio, e l’amico Carlo Raffa, 61enne pensionato con casa anch’egli a Brugherio. Mario e Roberto corrono per i Marciacaratesi: in omaggio al gruppo podistico caratese i quattro hanno fatto sventolare in vetta la bandiera del sodalizio. Assistiti da tredici sherpa, i brianzoli si sono messi in marcia venerdì scorso e hanno raggiunto la cima ghiacciata del Kilimangiaro alle 7 di mattina del 15 febbraio, dopo l’ultima tappa della scalata, iniziata a mezzanotte. «È stato bellissimo – racconta Mario – anche se molto impegnativo. Nell’ultima tappa, dai 4.700 ai 5.900 metri, mi sono preoccupato che il mal d’altura si facesse sentire. Me la sono vista brutta. Non ho avuto particolari problemi di quota ma tutti gli altri sì. Alla fine, però, ce l’abbiamo fatta tutti. Il tempo ci ha favorito: non ha quasi mai piovuto, per fortuna». «Emozionante – aggiunge la moglie Elena – il cordone umano di persone in arrivo da tutto il mondo che salivano in cima con noi nel buio della notte: eravamo solo noi, le stelle e il cielo blu».
Alessandra Botto Rossa