L’urgenza folkdegli Zen Circus

Quando scappa "un'urgenza folk" non resta che staccare l'elettrico. E preparare un "Busker tour". La versione stradaiola, elettro-acustica, degli Zen Circus fa tappa al Bloom di Mezzago per la data zero della nuova tournée. Il 16 marzo.
L’urgenza folkdegli Zen Circus

Arrabbiati lo sono davvero, e cinici. O almeno questo cantano in un punk- rock che ne ha fatto una delle band più internazionali della scena indipendente italiana. E’ la rabbia disincantata di un paese e delle sue debolezze raccontata nelle undici tracce di “Nati per subire”.
Il viaggio in Brianza regalerà agli Zen Circus la data zero di un nuovo progetto: il “Busker tour” in cui l’ultimo lavoro, in circolazione dall’ottobre 2011 e primo della carriera a restare per due settimane nella classifica dei cento album più venduti in Italia, verrà rispolverato di “un’urgenza folk”. Il nome dice già tutto: le nuove date porteranno in strada, sulla rotta dei locali più raccolti e dei club storici, staccando l’elettrico e portando in scena strumenti non convenzionali (lo scorso autunno era stato un catino di plastica usato come cassa della batteria).
E’ il caso del Bloom di Mezzago, dove il Circo Zen approderà il 16 marzo.

La band toscana ha tirato il fiato dopo un tour di tre mesi su e giù per l’Italia. Sere che si sono sommate ad altre sere per un viaggio che non si è praticamente mai fermato. Durante la sosta ai box (Andrea) Appino, Karim (Qqru) e Ufo (Massimiliano Schiavelli) – rispettivamente voce e chitarra, batteria e basso nella la formazione in attività ormai da un decennio – hanno organizzato altri due mesi (fino a maggio) in cui torneranno all’origine.
«Ormai lo sapete quasi tutti – scrivono – siamo nati come band di strada, dove abbiamo imparato a fare scempio degli strumenti acustici per ottenere la stessa intensità e lo stesso casino che si ottiene da quelli elettrici. Il “Busker Tour” si propone di sottolineare la nostra urgenza folk senza sacrificare un briciolo d’energia, anzi».

Quindi una versione stradaiola, elettro-acustica, arrabbiata del Circo Zen e del suo secondo album interamente in italiano. Quello che continua il racconto lucido iniziato con il lavoro del 2009 in cui, senza girarci intorno, dalla copertina mandavano tutti a quel paese (ma non con queste parole, e proseguendo poi nelle 110 tappe del tour che è seguito).
Sotto osservazione vizi, consuetudini, drammi e liturgie dell’Italia (“Il paese che sembra una scarpa”) con un occhio disincantato, sbilenco e anche un po’ cattivo. «E quando c’è, perchè c’è, il romanticismo è fragile, poco sicuro di sé, quindi egoista e violento», dicono.
Il concerto sarà aperto dagli Intercity. Seguirà il dj set di Davide Facchini. Apertura porte alle 22, ingresso 10 euro. Il Bloom è in via Curiel 39 a Mezzago.

Altre date il 17 marzo al Kobo di Biella, il 23 al Ratatoj di Saluzzo (Cuneo), il 24 allo Spazio 211 di Torino, il 30 al Dylan di Fano e il 31 al Covo di Bologna. In aprile, il 4 alla Locanda Atlantide di Roma, il 5 alle Officine Cantelmo di Lecce, il 6 all’Oasi San Martino di Acquaviva delle Fonti (Bari), l’8 al Co2 di Eboli, il 15 in Sala Vanni a Firenze, il 20 all’Auditorium Malkovic di Sommacampagna (Verona), il 21 al teatro dei Differenti di Barga (Lucca), il 24 a Cesena, il 25 al palasport di Empoli per la festa nazionale dell’Anpi, il 28 in piazza a Piacenza, il 30 a Teramo e il 5 maggio a Castiglione del Lago (Perugia).
Chiara Pederzoli