Lombardia, la crisi e gli stranieriIn 15mila hanno perso il lavoro

Monza – Nel 2009 in Lombardia con la crisi non sono stati assorbiti nel mondo del lavoro dalla richiesta delle imprese oltre 14.800 dipendenti immigrati, la metà dei quali riguarda Milano. Sebbene la crisi abbia toccato globalmente il mondo del lavoro, un immigrato ha comunque un “tasso di rischio” di disoccupazione superiore del 20% in più rispetto ad un italiano. E in Lombardia nel 2009 hanno chiuso la propria ditta individuale 5.334 piccoli imprenditori extracomunitari, di cui circa il 20% (circa 1.100) non ha riaperto un’altra attività: complessivamente, si tratta di circa 1.700 extracomunitari rimasti senza lavoro, tra imprenditori (circa 1.100) e i loro dipendenti, anche essi immigrati (circa 550). Con il rischio di scivolare nel sommerso e, da parte delle famiglie, di ridurre la propensione al consumo. Se dunque a Milano troviamo 230 imprenditori extracomunitari in meno e oltre 7 mila disoccupati dipendenti, in Brianza si raggiungono le quasi 50 imprese in meno e circa 1100 dipendenti immigrati.

Le famiglie degli immigrati, mantengono una abitudine al consumo “da fascia bassa” del contesto della regione Lombardia. Restano infatti superiori alla media del 50% nella spesa alimentare (in particolare riso, latte, pasta e caffè, tonno in scatola e bibite gassate, surgelati e biscotti). Cambiano punto vendita preferendo discount ai supermercati, concentrandosi su promozioni e primi prezzi e in acquisti al mercato ambulante. Solo il 15% usufruisce una volta alla settimana di pizzerie e ristoranti etnici.

E quanto emerge da una stima dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Excelsior, Istat, Infocamere, Registro Imprese, Federalimentare, Ref.