Lissone, morì dopo una rissaAssolto uno degli imputati

Assolto per non aver commesso il fatto. Esce di scena uno dei due imputati per la morte di Luigi Pagani, il 33enne di Muggiò che aveva perso la vita a seguito di una lite scoppiata la notte dello scorso 22 luglio a Lissone, davanti a un chiosco di panini.
Ucciso per una birra a LissoneOtto anni in Appello all’omicida

Lissone/Muggiò – Assolto per non aver commesso il fatto. Esce di scena uno dei due imputati per la morte di Luigi Pagani, il 33enne di Muggiò che aveva perso la vita a seguito di una lite scoppiata la notte dello scorso 22 luglio a Lissone, davanti a un chiosco di panini parcheggiato di fronte all’Esselunga. Oggi, in corte d’Assise, è comparso per rispondere dell’accusa di omicidio preterintenzionale Vito D’Apice, idraulico di 28 anni, pure di Muggiò, incensurato, assistito dal penalista Attilio Villa. Tra vittima e aggressori (D’Apice e Stefano D’Ambrosio, 38, operaio muggiorese che verrà giudicato con il rito abbreviato) era scoppiato un banale diverbio nel cuore della notte. Secondo la ricostruzione operata dei carabinieri, Pagani, visibilmente ubriaco, come ha poi confermato la perizia tossicologica effettuata sul sangue, avrebbe chiesto con molta insistenza una birra ai due muggioresi. Ne era nata una discussione, quindi si era passati alle vie di fatto, con l’uomo colpito anche mentre si trovava a terra. Pagani è morto per emorragia interna alla base del collo, sotto la nuca. Il processo ha dimostrato l’estraneità di D’Apice, in carcere da quella tragica notte. Ha sferrato solo una “manata”, a seguito della quale la vittima è caduta a terra, poi colpita con un calcio e forse con un pugno da D’Ambrosio. Dopo la “manata”, il processo ha accertato che D’Apice si è allontanato dalla scena del pestaggio. L’assoluzione dell’imputato è stata chiesta dallo stesso pubblico ministero Flaminio Forieri.