Lettera aperta di un genitore:”Amministrare non è disporre”

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la lettera di un papà il cui figlio frequenta la scuola calcio del Real Besana Lesmo

Scrivo questa lettera dopo aver appena partecipato all’incontro tra i genitori dei ragazzi del Real Besana Lesmo, il Sindaco e l’assessore allo sport. Mio figlio, classe 2002, è iscritto alla scuola calcio della squadra ed è felicissimo di ritrovarsi con i suoi amici per imparare a giocare quello che è definito il gioco più bello del mondo. Sono sorpreso io per primo di come siano bastati pochi mesi per formare un gruppo così forte e compatto nel quale tutti sono importanti e tutti si aiutano l’un l’altro. C’è anche una bambina, una femminuccia, ma è da sentire il tifo che fanno i suoi compagni quando si trova con la palla sola davanti al portiere! L’assessore Riva riporta sul giornale del paese: “…Dal progetto si evince la volontà del Besana Asd Fortitudo di utilizzare strategicamente il giuoco (!) del calcio per favorire e promuovere il coinvolgimento delle famiglie nella crescita dei propri figli, con l’obiettivo di prevenire situazioni di disagio.” Ammetto di essere perplesso: mi sembra un’ovvietà gigantesca, una cosa assolutamente ovvia e banale se dobbiamo descrivere il giocare di una banda di ragazzetti di elementari e medie alle prese con un pallone. Belle parole senz’altro, ma prive di quella sostanza che permetterebbe di distinguere la qualità di un progetto rispetto all’altro. Mio padre soleva dire: “parlare per dar aria alla bocca”. Sullo stesso giornale di paese, stessa pagina, fianco a fianco con l’articoletto dell’assessore, di spalla una pubblicità spacciata per articolo promuoveva le iscrizioni alla Fortitudo complete di riferimenti e numeri di cellulare di ben tre referenti. Mancavano i costi d’iscrizione ma tant’è… Avrei voluto parlare alla riunione. Fare le mie domande, ascoltare le risposte. Ma gli animi erano troppo tesi e i toni – per usare decisamente un eufemismo – troppo accesi. Non c’era spazio per il ragionamento. Ma intanto le domande da porre le avevo lo stesso nella testa, e speravo che nel caos qualcuno le proponesse egualmente. Non sono stato fortunato. Mi chiedevo: l’assessore Riva ha scritto (riporto parola per parola dal giornalino): ‘L’obiettivo dichiarato dall’Amministrazione era quello di avere una sola squadra di calcio al fine di preservare e mantenere al meglio i manti erbosi’ (unica giustificazione fornita per la decisione presa). Ma vivaddio, o io non capisco o il mondo si è capovolto! L’obiettivo al limite può essere quello di preservare i campi, e quindi avere una sola squadra di calcio può tutt’al più essere considerato un mezzo! Mi sembra ovvio. Può infatti definirsi obiettivo l’avere una sola squadra di calcio??? La domanda naturale arriva subito dopo di conseguenza: era l’unico mezzo? Un Sindaco e un Assessore allo sport dovrebbero essere felicissimi di avere tanta “abbondanza” di proposte sportive e ricreative “sane” da proporre ai propri concittadini. Dovrebbero fare veramente di tutto affinché tutti possano avere i loro spazi. L’idea di fondere due squadre nella Nazione dei campanili è evidente per chiunque che non funziona. Forse che il sindaco di Milano ha cercato di imporre a Inter e Milan di fondersi per formare la squadra più forte dell’universo? Impensabile. Sembra che l’unica idea rimasta percorribile sia quella di “cacciare” una delle due squadre (ricordo: ”per preservare il manto erboso”). Insisto: è l’unico mezzo? Che sforzi hanno fatto Sindaco e Assessore per trovare soluzioni alternative? Hanno valutato la possibilità di un campo sintetico, come quelli splendidi che la metà dei comuni della zona hanno? E ancora: le due società sportive sono in realtà composte ognuna da diverse squadre suddivise per gruppi di età. I campi attualmente usati, globalmente, sono quelli di Besana, Lesmo e Montesiro. Non si sarebbe potuto proporre di mantenere i ragazzi più piccoli sul campo del centro sportivo e far giocare i più grandi (in grado di gestire con meno complicazioni gli spostamenti) sui campi di Montesiro e Lesmo? Che alcuni genitori, di fronte a decisioni prese e non “contrattabili” potessero innervosirsi e alzare i toni credo ci possa stare, o che almeno sia comprensibile per quanto non scusabile. Ma che lo stesso Sindaco e i suoi assessori si mettessero a giocare a chi aveva la voce più alta mi ha sorpreso e deluso moltissimo. Che Riva, leggendo il programma presentato da una delle squadre l’abbia a un certo punto sintetizzato con un “bla bla bla” è desolante e triste. Il Sindaco ha sottolineato più volte come comunque oramai la decisione l’ha presa, “c’è una delibera” e non intende ragioni. L’Amministrazione comunale ha disposto. E qui la mia tristezza si fa sconfinata. C’è in ballo proprio il senso dell’amministrare la cosa pubblica, che io sento come un qualcosa di molto diverso dal disporre. Ma sono sicuramente io che mi sbaglio e ho una visione distorta delle cose della politica. Gatti alza la voce e si fa grande…con i bambini. Evidentemente ambisce a essere ricordato come “quello che ha cacciato il Besana dal suo paese”. Per motivi che non sono stati per nulla spiegati e che si possono indovinare solo in interessi che con i bambini hanno ben poco a che fare. Domani mio figlio mi chiederà dove giocherà l’anno prossimo. A Lesmo per ovvii motivi logistici sicuramente no. E’ però abbastanza grande per capire che quando stai giocando a palla in cortile e arrivano i grandi che ti cacciano via non si va da loro piagnucolando e chiedendo se per favore ti fanno giocare. E i suoi compagni di squadra lo stesso. Non so dove giocherà l’anno prossimo il mio Leonardo, ma sono certo che se avrà l’occasione di giocare contro la Fortitudo si impegnerà come mai in vita sua ed esulterà felice se riuscirà a far gol.
Lettera firmata